Finanziamenti per ridurre le disparità e migliorare la vita dei cittadini: la politica di coesione europea
L'Unione Europea non è un concetto astratto e lontano, ma un'istituzione che lavora per migliorare concretamente la vita di chi risiede negli Stati membri, promuovendo lo sviluppo economico, ma anche sociale e ambientale. E lo fa attraverso fondi specifici, che rappresentano un'importante fetta del bilancio.
Cos'è la politica di coesione europea
Investire per creare posti di lavoro, migliorare la competitività delle imprese, dare impulso alla crescita economica, allo sviluppo sostenibile e al miglioramento della qualità della vita: sono questi gli scopi principali della politica di coesione europea, la principale politica di investimento dell'Unione Europea (UE). Un sistema complesso, che implica la gestione di un budget rilevante: 351,8 miliardi di euro – quasi un terzo del bilancio complessivo UE – per il periodo 2014-2020.
La politica di coesione europea: gli obiettivi
Entro il 2020 l'UE punta a conseguire cinque obiettivi concreti che riguardano occupazione, innovazione, istruzione, inclusione sociale e clima/energia: i fondi si concentrano in modo particolare nei paesi e nelle regioni meno sviluppate, in modo che si possano ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali che esistono nell'UE. Ma l'importanza della politica di coesione europea non si limita alle possibilità offerte dai fondi UE: questi sono un catalizzatore di ulteriori finanziamenti pubblici e privati, perché comportano l'obbligo degli Stati membri al cofinanziamento e perché suscitano fiducia negli investitori privati.
Politica di coesione europea 2007-2012: i risultati
Per il periodo 2007-2012 l'UE si era proposta la creazione di posti di lavoro, e secondo le stime, ne sono stati creati circa 594.000. Inoltre, ogni anno in tutta la UE sono circa 15 milioni le persone che partecipano alle migliaia di progetti cofinanziati dal Fondo sociale europeo (FSE). Un ulteriore scopo era quello di stimolare l'aumento del reddito nelle regioni più povere e in tali regioni si è registrata una crescita del PIL pro capite dal 60,5% della media UE nel 2007 al 62,7% nel 2010. Il sostegno va anche alle imprese – con incentivi diretti agli investimenti, finanziamento di start-up – e ai progetti di ricerca: in questo campo sono stati creati 21.000 posti di lavoro a lungo termine. Miglioramento ambientale e modernizzazione della rete dei trasporti, stradale e ferroviaria, completano il bilancio del periodo.
Gli obiettivi 2014-2020 e chi eroga i finanziamenti
Le priorità di investimento sono concordate dalla Commissione Europea insieme agli Stati membri e alle regioni. Saranno poi gli Stati membri a gestire i programmi e a selezionare i singoli progetti. L'attuazione della politica di coesione passa attraverso tre fondi principali: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR, investe nei settori che favoriscono la crescita per migliorare la competitività e creare posti di lavoro), il Fondo sociale europeo (FSE, investe nelle persone, riservando speciale attenzione al miglioramento delle opportunità di formazione e occupazione) e il Fondo di coesione (investe nella crescita verde e nello sviluppo sostenibile e migliora la connettività negli Stati membri con PIL inferiore al 90% della media UE a 27). La Commissione rende disponibili i finanziamenti all'inizio di ogni anno, rimborsa le spese certificate alle autorità nazionali e monitora costantemente i programmi, inoltre approva preventivamente quelli che prevedono un costo complessivo superiore ai 50 milioni di euro.
Chi può richiedere i finanziamenti e come
I fondi europei possono essere richiesti da enti pubblici, imprese – in particolare le piccole e medie –, università, associazioni, ONG e organizzazioni di volontariato. Le domande di finanziamento devono essere presentate all'autorità nazionale o regionale che gestisce il programma del caso. Per avere tutte le informazioni è possibile visitare i siti http://ec.europa.eu/esf/ e http://ec.europa.eu/regional_policy, dove si trovano anche i recapiti delle autorità nazionali responsabili della gestione dei fondi di politica di coesione in ciascuna regione.