FestivalFilosofia 2015, l’eredità dei classici nella filosofia di oggi
Tre giorni di dibattiti, iniziative musicali e letterarie, oltre che importanti lezioni magistrali: il "FestivalFilosofia" si è consolidato negli anni come uno degli appuntamenti più attesi, sia dagli esperti che dal grande pubblico. Arrivato alla sua XV edizione, quest'anno il Festival propone una riflessione sull' "eredità", in tutte le forme che ha assunto nella tradizione classica ma soprattutto in relazione alla nostra contemporaneità. Una pluralità di voci discuteranno su questo tema, con lezioni e numerosi appuntamenti dedicati anche ai ragazzi. Nelle piazze di Modena, Carpi e Sassuolo, si alterneranno le voci di Zygmunt Bauman, Remo Bodei, Massimo Recalcati, e ancora Gustavo Zagrebelsky e Umberto Galimberti, con variazioni sul tema della memoria, della tradizione, ma anche del diritto al cibo, di cui tanto si discute nei sei mesi dell'Expo, e uno sguardo sempre presente al pensiero orientale. Felicità, bellezza, fantasia e, quest'anno, eredità: tanti i temi proposti in questi quindici anni di filosofia. Ma cosa vuol dire parlare di "eredità"? Che valore pratico ha "giocare" con le parole? Ma soprattutto, cosa vuol dire oggi fare filosofia?
Dal 2001, anno in cui il festival debuttava, ad oggi, l'evento ha avuto una crescita esponenziale dal punto di vista partecipativo: dalle 34 mila presenze della prima edizione alle oltre 218 mila del 2013, un pubblico sempre più numeroso ed interessato ad assistere a un programma sempre più ricco. "Ci piace ancora una volta segnalare temi che soffrono nel dibattito presente" ha specificato Michelina Borsari, direttore scientifico del Festival. "Ereditare è uno di questi e ci interroga su come possiamo noi stessi restituire ciò che ci è stato lasciato. Ci è sembrato potesse essere un tema di grande ampiezza, e che ben interpreta la frattura fra generazioni che preoccupa il presente".
Un argomento complesso come tutti quelli scelti finora, ha sottolineato Remo Bodei, presidente del Comitato Scientifico del Consorzio per il FestivalFilosofia: "È una parola che pone l'accento sul passaggio dal presente al futuro. Invita a riflettere sulla trasmissione di esperienze e conoscenze alle generazioni future e sul ricambio generazionale". Il festival ha scelto di rappresentare il tema con il famoso gruppo scultoreo del Bernini, "Enea, Anchise e Ascanio", ritornando alla classicità per spiegare un concetto apparentemente banale.
E allora, su, caro padre, mettiti al di sopra del mio collo; io m'inchinerò con le spalle né mi sarà grave questo sforzo. Dovunque si vada a finire, uno solo e comune il rischio, unica la salvezza sarà per entrambi.
Così recita il libro II dell'Eneide, e questo può essere uno dei sensi da attribuire al termine "eredità": le giovani generazioni si assumono il peso di ciò che è stato, non abbandonandolo al suo destino ma portandolo faticosamente sulle spalle, ascoltando costantemente gli ammonimenti e cercando di non compiere passi falsi per non crollare sotto il peso del proprio passato. La storia della civiltà è fatta di un continuo ereditare e trasferire esperienze culturali, sociali e religiose: dal mondo greco e romano a quello arabo e bizantino, fino a generare la cultura europea. Questo ha spiegato Tullio Gregory, e questo è uno dei tanti fili rossi nascosti nel programma del Festival della Filosofia 2015: "L’immagine più significativa del festival è senza dubbio quella di centinaia di ragazzi e studenti seduti nelle piazze che prendono appunti volontariamente e seguono con attenzione le lezioni dei filosofi. Questo è un buon segnale per il futuro”.
"Cucinafilosofica" sarà uno degli eventi iscritti nel ricchissimo programma dei tre giorni fra Modena, Carpi e Sassuolo. L'unione di filosofia e cucina può sembrare bizzarra, a chi non ha mai riflettuto sul profondo legame che vincola ognuno di noi al cibo: momento di condivisione, basti pensare, rimanendo in ambito filosofico, al Simposio platonico. Dove si svolge, se non durante un banchetto? Come ogni anno, il FestivalFilosofia pone grande attenzione anche a questo aspetto, che quest'anno è stato curato con particolare attenzione alla luce del tema: ereditare, e dunque riproporre la grande tradizione della cultura gastronomica emiliana, "per affermare la validità di una cultura e di una civiltà che sta a noi conservare e trasmettere con tutti i suoi gesti, sapori e valori", ha spiegato Tullio Gregory.