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Festival dei Due Mondi 2015: dal 26 giugno torna a Spoleto l’evento più atteso

Fra pochi giorni si inaugurerà una nuova edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. L’evento, fortemente voluto e creato da Gian Carlo Menotti nel lontano ’58, si riapre il 24 giugno con Mozart e il suo “Così fan tutte” e continuerà per quasi tre settimane con Brecht, Pasolini e Visconti, ma porterà in scena anche giovani attori e registi teatrali provenienti da tutto il mondo.
A cura di Federica D'Alfonso
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Partirà il 26 giugno l'edizione numero 58 del Festival dei Due Mondi, il tradizionale evento culturale ospitato dal comune di Spoleto che ogni anno rinnova l'appuntamento con le più svariate forme d'arte. Bob Wilson, Bernard-Henri Levy e Valerio Binasco, solo alcuni dei nomi che arricchiscono il fitto programma, che durerà come da tradizione 17 giorni, fino al 26 luglio. Assente Vanessa Redgrave, che avrebbe portato in scena la significativa esperienza di una donna araba in "A world I loved": l'attrice ha infatti annullato tutti gli impegni per i prossimi mesi, a causa di un serio problema di salute. In scena Brecht, Conrad ma anche Baryshnikov: un palco a tutto tondo, il luogo d'incontro dei più svariati linguaggi e delle più importanti esperienze cinematografiche, musicali e teatrali di sempre. Nacque con quest'idea, nel 1958, e ancora oggi il Festival dei Due Mondi resta un esempio da seguire e seguito in tutto il mondo per l'attualità dei temi proposti lo sguardo sempre rivolto al passato e ai grandi maestri.

La manifestazione è sempre stata unica nel suo genere, ed è riconosciuta a livello internazionale come una delle più importanti iniziative culturali: l'idea del fondatore, il compositore Gian Carlo Menotti, era stata quella di aprire uno spazio per favorire l'incontro tra due culture e due mondi artistici in molti aspetti radicalmente diversi: quello americano e quello europeo, celebrando al tempo stesso l'arte in tutte le sue forme. Un festival dei due mondi, certo, ma potremmo dire anche "dei due tempi", per l'unione fra passato e presente che caratterizza il programma, ogni volta diverso, dell'iniziativa. A Spoleto non soltanto si ripropongono i grandi classici dell'arte e quindi il legame, fortemente sentito, con la tradizione, ma anche forme e linguaggi unici nel loro genere e d'avanguardia. L'unione di questi due fattori ha permesso di vedere in scena un classico shakespeariano come "Sogno di una notte di mezza estate", riletto però dalle sperimentazioni della compagnia teatrale del famoso attore Tim Robbins, lo scorso anno. Nomi come quello di Luchino Visconti, De Filippo, Rudolf Nurejev e Joaquin Cortes hanno arricchito le scorse edizioni, e i nomi sul programma del Festival dei Due Mondi 58 non è da meno.

Gian Carlo Menotti con la compagnia che rappresentò il suo "Le Dernier Sauvage", 1963
Gian Carlo Menotti con la compagnia che rappresentò il suo "Le Dernier Sauvage", 1963

"Uno Spoleto Festival che, passata la fase delle incertezze, guarda con fiducia al futuro, potendo programmare per i prossimi tre anni", ha dichiarato il direttore artistico Giorgio Ferrara. Anche eventi ormai consolidati nella tradizione e duraturi come il festival di Spoleto hanno vissuto momenti difficili: che si tratti di poca lungimiranza nella gestione economica o di contraddizioni interne all'organizzazione, il problema resta sempre uno: che peso ha e deve avere la cultura nel bilancio annuo di un Paese? Le "politiche" culturali sono forse l'argomento più complesso che esista, e per un motivo ben preciso: perché devono occuparsi di realtà apparentemente secondarie se comparate con le altre, più "reali", di un Paese. Dimenticando che rassegne come questa sono lo specchio del Paese, non soltanto per i contenuti che comunica.

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