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Fabio Brescia e l’omaggio a Pirandello e De Filippo con “L’uomo, la bestia e la virtù”

L’artista napoletano e la sua compagnia portano in scena “L’uomo, la bestia e la virtù”, il regista: “È un omaggio all’amicizia tra Luigi Pirandello ed Eduardo De Filippo”. Appuntamento da non perdere dal 13 al 16 marzo al Teatro Bracco.
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È tra gli artisti della comicità "made in Naples" più noti e seguiti, uno degli ultimi ad aver appreso l'arte del teatro dalla vecchia scuola, protagonista del programma di scherzi radiofonici più seguito "Arrivano i mostri" su Radio Marte. Fabio Brescia torna al Teatro Bracco con un nuovo lavoro, dal 13 al 16 marzo, distante ma non troppo da quanto già sperimentato con successo in passato e che, in questo senso, promette la stessa dose di irresistibile comicità: è la sua versione del "L'uomo, la bestia e la virtù", commedia scritta da Luigi Pirandello nel 1919, tratto dalla novella "Richiamo all'obbligo". I toni farseschi spiazzarono il pubblico e la critica, ma negli anni il testo, che denunciava l'ipocrisia e il perbenismo della nascente borghesia, è stato rivalutato al punto da essere tra i più apprezzati nella produzione pirandelliana.

"Un omaggio al legame tra Pirandello e Eduardo", da qui l'esigenza per l'attore e regista di lavorare ad una nuova versione della commedia:

Nasce come omaggio all'amicizia tra Pirandello ed Eduardo, amicizia che risale al 1933, quando Pirandello andò al Teatro Sannazaro a vedere una commedia dei De Filippo. Da quell'incontro, come tutti sanno, nacque una grande collaborazione tra quelli che io considero i maggiori drammaturghi italiani, collaborazione che, però, non vide L'uomo, la bestia e la virtù tra i titoli messi in scena. Questo testo di Pirandello fu molto osteggiato dalla critica e dal pubblico per la sua leggerezza, in realtà, secondo me, nasconde una feroce critica alla società dei primi del Novecento che considerava la donna solo come angelo del focolare e non come essere umano in grado di provare emozioni e, quindi, di innamorarsi. L'amore che sboccia tra Paolino e la Signora Perella, e che, com'è noto, crea la gravidanza e tutto il gioco teatrale che ne deriva, scopre, in fondo, tutta la negatività dei personaggi maschili, ciascuno impegnato a salvare se stesso. Ho immaginato che la storia si svolgesse a Napoli, poiché il testo originale inizia con l'incipit "in una qualunque città di mare", proprio come se fosse stata messa in scena da Eduardo. Non ci paragoniamo in nessun modo, ovviamente, ai grandi maestri, solo ci sarebbe piaciuto che la Compagnia dei De Filippo oltre a "L'abito nuovo", al "Berretto a sonagli", avesse messo in scena anche "L'uomo, la bestia e la virtù", in napoletano, appunto. Lo facciamo, noi, oggi, indegnamente.

In scena con Fabio Brescia (nei panni di Paolino), ci saranno anche Manila Aiello (la signora Perella), Stefano Ariota (Rosaria, la governante), Roberto Ingenito (il Dottore) e Salvatore Totaro (il Capitano).

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