Escher in mostra a Roma
Le aspettative non sono state disattese e la grande mostra di Maurits Cornelis Escher al Chiostro del Bramante è pronta a conquistare il pubblico con oltre 100 opere.
Illusioni ottiche, prospettive vertiginose, architetture impossibili, costruzioni paradossali, geometrie ardite, enigmi, rompicapi. Nell’esposizione romana di Escher (1898-1972) c’è proprio tutto: Metamorfosi, Relatività, Convesso e concavo, Mano con sfera riflettente, Rettili, Nastro di Moebius, Su e giù, Mani che disegnano, sono solo alcuni dei tanti capolavori esposti. Le xilografie e le litografie più note e più belle del geniale incisore olandese si offrono al pubblico in un allestimento vivace e coinvolgente, che spiega e al contempo rispecchia la natura delle opere di Escher stimolando la partecipazione del visitatore.
Di fronte alle immagini paradossali di Escher, infatti, volenti o nolenti, ci si ritrova a scervellarsi cercando di risolvere gli enigmi delle costruzioni ambigue, provando a comprendere le immagini metamorfiche, tentando di spiegare logicamente quelle creazioni tanto realistiche quanto impossibili, dove per esempio una stessa scala è vista ed usata da due prospettive differenti, dove una cascata si autorigenera, dove dei rettili disegnati si staccano dal foglio e prendono vita nel mondo illusorio del disegno.
L’opera di Escher non lascia indifferenti, non si lascia osservare passivamente, e così la nostra mostra: installazioni, pannelli interattivi e touch screen invitano il visitatore a sperimentare le leggi della percezione, svelano trucchi ottici e propongono esperienze percettive vertiginose, come accade nella stanza degli specchi e con la parete optical. Inoltre, la mostra romana non tralascia un tocco di cultura digitale e anzi, per rendere l’esperienza della visita ancora più partecipativa, permette di scattare foto e selfie accanto alle installazioni giocose ed invita a condividerle sul web con l’hashtag #EscherRoma.
Ma questa esposizione è ancora di più, perché racconta anche di un Escher meno noto al grande pubblico, quello dei primi anni di attività, anni, tra l’altro, trascorsi in Italia, vivendo a Roma e viaggiando tra Abruzzi, Lazio, Calabria, Campania, Sicilia: un Escher paesaggista, innamorato delle cittadine italiane arroccate sui dirupi, dei borghi dalle incredibili conformazioni geometrizzanti, un Escher che nella natura scorgeva con stupore la bellezza della regolarità geometrica.
Così il percorso espositivo segue lo sguardo dell’intellettuale olandese, mente geniale, fenomenale e a volte ossessiva che ha saputo incrociare discipline apparentemente inconciliabili finendo col fondere con armonia l’arte e la matematica, la natura e la geometria, la fantasia e le leggi dell’ottica. Dalle serene vedute di Siena ai monti antropomorfi di Pentedattilo, dai declivi scoscesi di Castrovalva e Tropea al mare di Scilla, dal suggestivo chiostro di Monreale ai notturni romani, passando per disegni di insetti e fiori, la grafica escheriana esalta la magica regolarità cristallina in ogni aspetto della realtà.
Ben documentata in mostra anche la fase successiva della produzione di Escher, quella in cui lui, illuminato dalla visione delle decorazioni moresche dell’Alhambra a Granada e in sintonia con il clima art nouveau dei primi del ‘900, inizia a riflettere sulla divisione regolare del piano, ovvero su un tipo di decorazione simmetrica che possa riempire una superficie potenzialmente infinita. Da qui alle metamorfosi, alle visioni oniriche, a quelle che l’artista chiamava “immagini interiori”, il passo è breve e porta efficacemente agli altri mondi di Escher, quelli delle opere irrisolvibili più enigmatiche, più ambigue, più appassionanti e più amate.
Tra arte, geometria e leggi della Gestalt, Escher ha saputo creare opere così accattivanti che hanno appassionato negli anni un pubblico del tutto vario e vasto, che va dai matematici agli hippies. Si parla addirittura di Eschermania considerando la quantità di riproduzioni delle sue opere su copertine di dischi, di libri, su riviste, su T-shirt, puzzle, poster; anche di questo l’esposizione romana dà alcuni divertenti esempi.
La mostra dedicata al mago dell’illusione disegnata, prodotta da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group in collaborazione con la Escher Foundation, sarà allestita fino al 22 febbraio 2015 per accogliere grandi e piccoli ed offrire a tutti un’esperienza esaltante.
Immagine principale: M.C. Escher, Occhio, 1946, mezzatinta, 139 x 86 mm, Collezione privata, All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com