Erno Rubik compie 75 anni: ecco chi è l’inventore del famosissimo Cubo
Negli anni Ottanta è stato una vera e propria mania, e ancora oggi coinvolge migliaia di appassionati in competizioni agguerritissime: stiamo parlando del cubo di Rubik. E ne parliamo perché proprio oggi, 13 luglio, il suo geniale inventore compie 75 anni: ne aveva trenta quando regalava ai suoi studenti un modo semplice per comprendere la geometria tridimensionale e oggi, dopo quarant'anni, è uno degli uomini più ricchi del suo paese e il suo gioco è uno dei più amati e acquistati del mondo. Ma oltre ad essere l’uomo che ha inventato uno dei puzzle più curiosi di sempre, chi è davvero Erno Rubik?
Erno Rubik, oltre il Cubo
Il signor Rubik nasce in Ungheria il 13 luglio 1944. È figlio di un ingegnere e di una poetessa e chissà, forse furono questi due aspetti così distanti a combinarsi talmente bene in lui da dare la spinta all’idea geniale che lo renderà famoso. Ma prima di collegare il suo nome al cubo, Rubik cosa faceva? Laureato in architettura, ha lavorato per un breve periodo in uno studio di Budapest prima di tornare all'Accademia d'Arte Applicata Moholy-Nagy, dove inizia ad insegnare nel 1973.
E fu proprio per “esigenze didattiche” che ad Erno Rubik venne in mente l’idea di un gioco per comprendere la geometria tridimensionale: oltre ad essere appassionato di arte e design Erno era sempre stato cultore dei rompicapi e dei puzzle. Dopo il successo del suo cubo realizza il sogno di pubblicare una rivista di enigmistica, e successivamente crea il Rubik-Studio, dove progetta mobili e giocattoli ancora oggi. Oltre a continuare la sua attività di inventore di giochi e di designer raffinatissimo, Rubik ha anche fondato un’associazione che si occupa di promuovere, tramite borse di studio, i giovani ingegneri e architetti del futuro.
Dalle origini ad oggi: 350 milioni di Cubi
La storia di questo curioso professore ungherese è però indissolubilmente legata a quella del suo “cubo magico”, come si chiamava all'inizio. Il funzionamento del gioco è noto a tutti: ognuna delle sei facce del solido è ricoperta da nove adesivi di colori diversi, e un meccanismo interno permette alle facce di ruotare in modo da mescolare il giallo, il rosso, il verde e il blu. Scopo del gioco è quello di far ritornare ogni colore al proprio posto, in modo che ogni faccia ne mostri uno solo. Il cubo oggi è quasi un oggetto di uso comune, tale è stata la sua fama, ma quando uscì negli anni Ottanta apparve come un gioco inconsueto, folle, ma bellissimo.
Inizialmente si chiamava “Buvos Kocka” (letteralmente “cubo magico”), e veniva prodotto dalla Politechnika, un’azienda di giocattoli ungherese. Successivamente l’idea venne acquisita dalla Ideal Toy Corp che iniziò a chiamarlo “cubo di Rubik” in onore al suo inventore. Nello stesso anno di uscita sul commercio internazionale il puzzle vince il premio come Giocattolo dell’Anno, ma il suo successo doveva ancora arrivare: nel 2009 è stato calcolato che nel mondo erano stati venduti 350 milioni di cubi di Rubik.
Lo speedcubing: il Cubo diventa uno "sport"
Chissà se quarant'anni fa Rubik avrebbe immaginato che il suo giocattolo sarebbe diventato un oggetto di culto, venerato da migliaia di appassionati tanto da fondare un’associazione che organizza regolarmente competizioni e tornei in giro per il mondo. Nata nel 2003, la World Cube Association è una sorta di vera e propria federazione per gli “atleti” del cubo, che ogni anno competono in gare di speedcubing.
Ovviamente, si tratta di competizioni nelle quali è obbligatorio saper risolvere il rompicapo, ma non solo: il tempo è fondamentale. 50 secondi sono il massimo del tempo che si può impiegare per far tornare le facce del cubo ad un unico colore, e 18 sono le categorie previste dal regolamento: grandezze e forme diverse, e anche modalità di risoluzione particolari, come quella in cui il concorrente è bendato o, ancora più curiosa, quella in cui il cubo viene ricomposto con i piedi anziché con le mani.