Enea sbarcò su una spiaggia di Torvaianica vicino a Lavinium, la città madre dei latini
Dove approdò Enea quando arrivò sulle coste italiane? Nell‘Eneide di Virgilio, dopo il burrascoso e lungo viaggio tra Africa e Sicilia, si narra dello sbarco tirrenico sulle coste laziali, dove l'eroe troiano da cui discende la Gens Iiulia e con essa il mito di Roma giunse con la sua nave tipica dell'età del bronzo, nei pressi di una laguna attraversata dal fiume Numicus. Il Numicus è un breve e sottile corso d'acqua che sfocia nel mare che potrebbe essere il celebre approdo di Lavinium, antica città romana che dopo oltre 50 anni di scavi deve ancora venire del tutto alla luce.
Non a caso qui, come riporta Il Giornale in edicola, vi è in questo punto del litorale un cartello dove c'è scritto "Benvenuti a Torvaianica. Fiume Numicus oggi fosso di pratica di Mare. Qui approdò Enea". Oggi questa zona è un luogo sepolto dal cemento e dalle costruzioni cementizie che affollano questo tratto di litorale, ma che tuttavia potrebbe nascondere il "mistero" di Enea, un piccolo pezzo di spiaggia diviso da un torrente che entra nel mare e che potrebbe essere l'approdo dell'eroe troiano.
Secondo lo storico di epoca romana Dionigi di Alicarnasso, autore delle "Antichità romane", testo infinitamente meno best seller dell'Eneide, ma che tuttavia è denso di testimonianze interessanti raccolte attorno alla figura di Enea il fondatore di Roma, appena sbarcato il fondatore della Gens Iiulia cercò di sacrificare agli dei una scrofa che però fuggì fino ad un colle nel cuore della Silva Laurentina dove diede alla luce tredici porcellini: una voce gli disse che qui avrebbe fondato la città di Lavinium, la città madre per i Latini.
L'area archeologica di Lavinium è stata scoperta da Pirro Ligorio, in un'area tra Torvaianica e Pomezia, sito la cui data di fondazione risale probabilmente all'età del bronzo ma la cui civiltà è probabilmente scomparsa per un terremoto nel V secolo a.C. probabilmente a causa di un terribile terremoto nel V a.C.. Qui, oltre al Santuario delle XIII Are e alla statua di Minerva Tritonia in terracotta e ad altezza naturale custodita nel museo, è possibile ammirare quella che è considerata la tomba di Enea: l'heroon. Si tratta di un sepolcro a tumulo dell'altezza di diciotto metri, databile attorno al VII secolo a.C., nei pressi della quale sono poi state realizzate delle aggiunte, tra cui una piccola cella chiusa da una porticina e dall'artificiale battente in tufo. Queste modifiche divennero la consacrazione per il mito della sepoltura di Enea, così il sepolcro diventò Heroon, sede di culto per i romani.