Emmanuel Carrère ha vinto il Premio Strega Europeo con V13, libro sugli attentati di Parigi del 2015
Comincia a delinearsi il palmares del Premio Strega 2023. In attesa del vincitore del primo Premio Strega assegnato alla poesia e soprattutto della categoria principale, al Salone del Libro di Torino è stato assegnato il nuovo Premio Strega Europeo che quest'anno è andato allo scrittore francese Emmanuel Carrère, con il romanzo V13, pubblicato da Adelphi. Il premio è stato consegnato anche al traduttore Francesco Bergamasco per sottolineare l'importanza che hanno le traduzioni per permettere la circolazione dei libri e la conoscenza. Il Premio è stato una giuria composta da 24 scrittrici e scrittori italiani vincitori e finalisti del Premio Strega.
Emmanuel Carrère è uno degli scrittori francesi più famosi al mondo e i suoi libri, tutti tradotti da Adelphi, sono tra i più amati anche in Italia. Lo scrittore francese è uno dei massimi esponenti della nonfiction come ha dimostrato con romanzi come L'avversario, Limonov, Vite che non sono la mia, Yoga e con quest'ultimo V13, che prende una strada leggermente diversa dai precedenti. Questo libro nasce come un esperimento, Carrère, infatti, aveva deciso di seguire tutto il processo per gli attentati di Parigi del 2015, che colpirono soprattutto il Bataclan e i alcuni locali dell'XI arrondissement oltre all'esterno dello Stade de France.
Carrère ha cominciato a seguirli per L'Obs, a fianco ai giornalisti della giudiziaria, presentandosi a ogni udienza, anche quelle che potevano risultare meno interessanti. In V13 ha riportato le testimonianze dei sopravvissuti, quelle dei familiari delle vittime, ha raccontato le storie laterali, quelle che potevano sembrare inezie, ha portato tutti in Siria e in Belgio, ma soprattutto nel Bataclan e nei dehors, senza scadere nella pornografia della violenza, ma facendosi accompagnare da alcuni protagonisti. E poi ha raccontato gli attentatori, anzi ciò che restava del commando e soprattutto coloro che si sono trovati coinvolti per aver aiutato, anche involontariamente, a far sì che potesse accadere questa tragedia.
Lo scrittore francese ha ottenuto 11 voti su un totale di 24 espressi dalla giuria composta come di consueto da scrittori vincitori e finalisti del Premio Strega: Silvia Avallone, Andrea Bajani, Marco Balzano, Giuseppe Catozzella, Benedetta Cibrario, Antonella Cilento, Mario Desiati, Paolo Di Paolo, Claudia Durastanti, Fabio Genovesi, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Lia Levi, Melania G. Mazzucco, Daniele Mencarelli, Marco Missiroli, Matteo Nucci, Valeria Parrella, Sandra Petrignani, Antonio Scurati, Elena Stancanelli, Domenico Starnone, Nadia Terranova e Sandro Veronesi. A contendersi il Premio c'erano anche Esther Kinsky con Rombo (Iperborea), tradotto da Silvia Albesano, Andrei Kurkov con L’orecchio di Kiev (Marsilio), tradotto da Claudia Zonghetti, Johanne Lykke Holm con Strega (NN Editore), tradotto da Andrea Stringhetti, e Burhan Sönmez con Pietra e ombra (nottetempo), tradotto da Nicola Verderame.
Durante la premiazione ha parlato anche Pina Picierno, vice presidente del Parlamento europeo che ha detto: "Ho sempre ritenuto che siamo i libri che leggiamo. E che la nostra Europa, che ogni giorno cerchiamo di rendere più forte e libera nasca dalle radici di un pensiero lungo che si è formato dopo il Secondo conflitto mondiale e che non sarebbe stato possibile senza che nella coscienza europea gli intellettuali, gli scrittori e i poeti fecondassero l’idea di un continente che diventa Paese, di un sogno che diventa materia viva della storia. L’Europa ha molte madri fondatrici, molti padri costituenti e, a torto, si escludono troppo spesso coloro che nei momenti più oscuri hanno continuato a fare letteratura, a rendere la letteratura volano di futuro e di democrazia".