“Effetto Casimir”, la crisi (a fumetti) del trentenne precario
Per raccontare Effetto Casimir bisogna partire dalla fine. No, non dal finale del fumetto (uno spoiler ad inizio articolo sarebbe imperdonabile), bensì da quello di Santa Maradona, film del 2001 diretto da Marco Ponti che con l'opera prima della giovane illustratrice toscana Claudia Nuke Razzoli (edita da Rizzoli Lizard, 16.00 €) ha più di un tratto in comune.
Nell'ultima scena il protagonista Andrea ed il suo migliore amico – e coinquilino – Bart, interpretati da Stefano Accorsi e Libero De Rienzo, si ritrovano come al solito seduti davanti ad uno dei loro film preferiti; dopo uno scambio di battute, concludono il discorso (ed il film) con un memorabile fermo immagine che li immobilizza nell'atto di alzarsi finalmente dal divano e dare un senso alle proprie vite.
Effetto Casimir comincia dove Santa Maradona finisce: nel libro di Nuke abbiamo un protagonista, Giacomo, che come Andrea ha trent'anni, è precario ed in crisi per colpa di una storia d'amore (più o meno) finita, ed abbiamo un divano, vero e proprio coprotagonista della storia; manca però la figura dell'amico con cui confidarsi, sostituita in questo caso dalla (ingombrante) presenza dell'indecifrabile gatto Pavèl (che, in quanto felino, anzichè offrire aiuto e consigli tende più che altro a pensare agli affari suoi).
A differenza dei protagonisti del film, Giacomo sul divano ci si è praticamente inchiodato ed è fermamente intenzionato a rimanerci, almeno fin quando le cose non cambieranno in qualche modo (o, più probabilmente, finchè non sopraggiunga la morte per inedia): inizia così il suo periodo di elaborazione del lutto sentimentale, definito impietosamente "Settimana del Divano", un mix letale di nostalgia, rimpianti, anatemi e odio generalizzato da cui solo l'intervento dei suoi amici – i musicisti del gruppo folk John the Crocodile and His Beer’s Bears, di cui Giacomo è il frontman – riuscirà a sollevarlo. E naturalmente le cose non faranno che complicarsi: se nel gruppo suona Valentina, una graziosa violinista che da anni è segretamente innamorata di Giacomo, e se – come sostiene il fisico olandese Hendrik Casimir – "due corpi estesi situati nel vuoto saranno inevitabilmente attratti l'uno verso l'altro", il vero problema è capire perchè, per quanto tempo e, soprattutto, cosa diavolo succederà dopo.
L'impasse di Giacomo è lo stesso in cui sono (letteralmente) bloccati Bart e Andrea e – in generale – tutti i trentenni precari e cervellotici, eternamente combattuti tra l'ansia del cambiamento e l'incapacità di prendere davvero il controllo. In nessuna delle due storie possiamo stabilire un finale certo, ma solo interpretare gli eventi: non a caso il sottotitolo del libro di Nuke parla di disevoluzione piuttosto che di involuzione, quasi a suggerire che alla caduta potrebbe benissimo seguire non una rinascita, bensì un Eterno Ritorno dell'identico.. magari con un minimo di consapevolezza in più (o in meno, dipende dai punti di vista).
La Nuke analizza con occhio spietatamente clinico e con dissacrante, irresistibile ironia le dinamiche rassicuranti (e perverse) del rapporto di coppia e della sua assenza, che conduce all'inevitabile e temuto confronto con se stessi: i suoi personaggi – morbidi, schizofrenici e coloratissimi – rimbalzano da una tavola all'altra come schegge impazzite, alla ricerca di una soluzione all'apatia cronica ed insoddisfatta che fa desiderare a fasi alterne di lasciarsi vivere o di spaccare tutto, ma che a queste due alternative preferisce una terza opzione: quella di abbrutirsi davanti al pc, distraendosi con l'ennesima serie in streaming.
Almeno fino alla prossima crisi.