Edward Hopper, donato al Whitney l’archivio del pittore che dipingeva la solitudine
Oltre quattromila tra lettere, disegni, ricevuto, taccuini, cimeli appartenuti all'artista statunitense Edward Hopper, uno dei più amati e apprezzati pittori del XX secolo. Al Whitney di New York, nel museo che già raccoglie la collezione di opere di Edward Hopper, arriva un enorme archivio di cimeli appartenuti al pittore de "I nottambuli" e "Soir bleu", famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea.
Il nuovo Whitney Museum, disegnato da Renzo Piano, ha ricevuto la enorme donazione dal fondo della Arthayer R. Sanborn Hopper Collection Trust. La vastità di questo archivio deriva dall'abitudine di Hopper di conservare tutto in maniera molto meticolosa, a spiegarlo è stata Carol Troyen, responsabile per la pittura americana al Museum of Fine Arts di Boston, secondo cui questi cimeli sono molto importanti per capire meglio la vita e, dunque, la pittura di Edward Hopper:
Taccuini, foto, lettere, ricevute, gettano luce sulla vita quotidiana della coppia, le loro amicizie, gli aspetti finanziari della produzione da artista di lui e sulle sue riflessioni personali in materia di pittura.
Il prossimo autunno, a Nyack, nella casa con vista sull'Hudson dove il maestro del realismo americano è cresciuto, sarà esposta una selezione di oltre mille tra gli oggetti e i disegni di infanzia di Hopper donati anche questi dalla Sanborn Hopper Collection.
La prima personale in assoluto Hopper la realizzò nel Whitney Studio Club, l'antesignano del museo dei nostri giorni che ospita oltre tremila opere dell'artista. Sede che, quando fu inaugurata, così ben 422 milioni di dollari, in cui una galleria a piano terra ricostruì la collezione di Gertrude Vanderbilt Whitney, la fondatrice.