Edgar Lee Masters: 70 anni fa moriva l’autore dell’Antologia di Spoon River
Edgar Lee Masters muore il 5 marzo 1950, solo, dimenticato e in totale povertà. Trentacinque anni prima però, il suo nome era stato sulla bocca di molti abitanti di Petersburg, un piccolo paesino dell’Illinois, infuriati per aver visto i più intimi segreti delle loro vite silenziose incise sulle pietre tombali della Spoon River Anthology. Non molti anni dopo, invece, Edgar Lee Masters sarà riconosciuto come l’autore di uno dei più grandi capolavori della letteratura americana. A distanza di 70 anni dalla scomparsa, ecco chi era il poeta dell’Antologia di Spoon River: colui che diede voce ai morti.
L’Antologia di Spoon River: l’ultimo canto dei morti
All'epoca della pubblicazione delle elegie che compongono l’Antologia di Spoon River su un quotidiano di Saint Louis, Edgar Lee Masters aveva già da anni avviato la sua carriera d’avvocato. Nel 1911 aveva aperto uno studio legale, seguendo le orme del padre, e incoraggiando due dei suoi figli a seguire la stessa carriera. Un comune uomo del Midwest, se non fosse stato per la sua passione per la poesia cimiteriale di Thomas Gray, per gli antichi epigrammi greci e per Maupassant: è da questi testi che pian piano Lee Masters matura l’idea che lo porterà a scrivere, in poco più di due anni, la celeberrima Antologia di Spoon River.
Le pietre tombali di un immaginario cimitero di una nemmeno troppo inventata città (Edgar Lee Masters prenderà spunto dalle vite di molti degli abitanti di Lewistown, dove risiedeva) saranno per lui occasione di cantare tutta l’umana miseria e disperazione. Griffy il bottaio, Frank Drummer, Jack McGuire e George Gray sono solo alcuni dei memorabili personaggi che, in forza della morte non hanno più nulla da perdere, e iniziano così a raccontare le loro vite.
Molte volte ho studiato | la lapide che mi hanno scolpito: | una barca con vele ammainate, in un porto. | In realtà non è questa la mia destinazione | ma la mia vita. | Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno; | il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura; | l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti. | Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita. | E adesso so che bisogna alzare le vele | e prendere i venti del destino, | dovunque spingano la barca. | Dare un senso alla vita può condurre a follia, | ma una vita senza senso è la tortura | dell’inquietudine e del vano desiderio. | È una barca che anela al mare eppure lo teme.
Edgar Lee Masters oltre Spoon River
La complessa opera poetica di Edgar Lee Masters è divenuta fonte d’ispirazione per altrettanti capolavori non solo letterari. Memorabile resta il libero adattamento realizzato nel 1970 da Fabrizio De André nell'album “Non al denaro, non all’amore né al cielo”, a sua volta mediato dal duro lavoro in veste di traduttrice di Fernanda Pivano che, nel 1943, pagò addirittura con il carcere il tentativo di pubblicazione di quell’opera immorale. Lei stessa ricorderà, anni dopo: “Era superproibito quel libro in italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare […], e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto”.
Ma se l’Antologia ha avuto uno straordinario successo, le altre opere di Edgar Lee Masters caddero praticamente nel silenzio. Negli anni Venti il poeta tentò di proseguire sulla strada di Spoon River pubblicando un seguito che non ebbe però il successo sperato. Abbandonata la professione che gli permetteva quantomeno di vivere in modo dignitoso, Lee Master si dedicò anima e corpo alla scrittura: fino almeno agli anni Quaranta, scrisse decine di raccolte poetiche, sei opere teatrali e altrettanti romanzi e saggi.
Agli anni di insuccesso si aggiunse la malattia che lo consumerà, portandolo alla morte il 5 marzo di 70 anni fa. Edgar Lee Masters venne sepolto nel cimitero di Oakland, a Petersburg, e sulla sua lapide venne inciso un verso di una delle sue poesie dimenticate, dal titolo “To-morrow is My Birthday”:
Buoni amici, andiamo ai campi… |Dopo una piccola passeggiata e vicino al vostro perdono, | Penso dormirò, non c'è cosa più dolce. | Nessun destino è più dolce di quello di dormire. | Sono un sogno di un riposo benedetto, | Camminiamo, e ascoltiamo l'allodola.