Perché ogni anno ci incolliamo alla TV per il Concerto di Capodanno viennese
Quale migliore avvio dell'anno nuovo se non quello del tradizionale Concerto di Capodanno viennese? Ormai è un appuntamento imperdibile, uno di quelli che inchioda grandi e piccini alla TV di quasi cento paesi nel mondo con l'immancabile canovaccio legatissimo al repertorio musicale soprattutto della famiglia Strauss. Eh sì, proprio in occasione prima edizione del 1939, l'allora direttore Clemens Krauss ha infatti stabilito che l'intero programma dovesse essere una celebrazione soprattutto di Johann Strauss jr. per poi, successivamente, integrarne il repertorio con spartiti degli altri componenti della celebre famiglia. E' da precisare tuttavia che la primissima edizione del concerto del 1939 di polke, walzer e csarde fu eseguita la sera del 31 dicembre, unica volta nella storia, per poi preferirne l'attuale esecuzione il primo giorno di ogni anno.
La storia ci racconta che quando nel 1938 la Germania hitleriana annesse l'Austria, a Vienna si respirava una profonda aria di depressione così tanto da volersi regalare un momento di sollievo con la musica, uno degli storici vessilli della tradizione artistica e culturale austriaca. E quel concerto fu considerato un evento speciale e straordinario per tutti, dedicato peraltro al propagandistico Winterhilfswerk nazista di recentissima costituzione. L'anno successivo non fu possibile bissarlo ma dal primo gennaio del 1941 lo stesso Clemens Krauss riprese la bacchetta e da quell'anno non vi sono state più interruzioni, fino alla settantasettesima edizione di questo 2017, diretta da Gustavo Dudamel. Né il nazismo né la Seconda Guerra Mondiale hanno mai scalfito l'unicità del concerto, lasciandone immutata l'eleganza e la grandiosità dell'evento.
Clemens Krauss fu senz'altro il primo ed il più influente direttore del Concerto di Capodanno, stabilendone la supremazia musicale di Johann Strauss jr. ma allargandone pian piano gli orizzonti anche a Johann Strauss padre con l'introduzione della celebre "Marcia di Radetzky" sin dal 1946, seguito a sua volta da spartiti di Joseph Strauss. Ma dopo la morte di Clemens Krauss tutti si chiedevano come sarebbe stato il Concerto di Capodanno ebbene, con la nomina di Willi Boskovsky, si avviò un periodo di graduale rivoluzione che durò per i cinque lustri sotto la guida del direttore viennese. Fu lui ad introdurre spartiti di altri compositori nel programma, fino a coinvolgerne stranieri ed addirittura antitetici rispetto ai preferiti Strauss. E fu sempre lui ad avviare la simpatica tradizione dei siparietti del direttore con il suo pubblico, divenuti presto parte integrante del canovaccio fino ai giorni nostri con un vero e proprio rituale: al programma seguono tre ripetizioni principali o bis. Durante il secondo bis (la tradizionale marcia "Sul bel Danubio blu" di Johann Strauss II, Op. 314 del 1867, il pubblico interrompe coi applausi nel corso delle barre introduttive e il direttore stesso, nel nome dell’orchestra, augura un Buon Anno Nuovo al pubblico. Nel terzo e ultimo bis si rappresenta tradizionalmente la Marciadi Radetzky di Johann Strauss I, Op. 228 del 1848 che il pubblico suole applaudire al ritmo di bacchetta.
Dopo Willi Boskovsky si sono alternati i migliori direttori d'orchestra del mondo
Dopo l'epopea di Willi Boskovsky c'è stata l'altra grande rivoluzione: il podio del Concerto di Capodanno è stato assegnato per la prima volta ad un direttore non austriaco, ovvero il francese Lorin Maazel, seguito poi da altri nomi prestigiosi fino alla scelta di cambiare ogni anno la bacchetta tra le più amate dal grande pubblico viennese. Basti pensare ai vari Herbert von Karajan, Claudio Abbado, Zubin Metha, Riccardo Muti e Daniel Barenboim fino al trentacinquenne venezuelano Gustavo Dudamel, attuale direttore d'Orchestra Nazionale del Venezuela e della Los Angeles Philarmonic.
Oltre alla fama dei direttori, anche la televisione ha apportato il proprio contributo al successo planetario del Concerto di Capodanno in diretta da Vienna. Sin dal 1959 la televisione austriaca ha cominciato a trasmetterlo integralmente, seguito a ruota da decine e decine di altri paesi di tutti i continenti, fino all'attuale diretta in mondovisione che l'ha reso uno degli appuntamenti di musica più importanti e seguiti. A cornice del programma della Sala Dorata, il palinsesto televisivo ha da subito goduto immagini relative alle opere. Fino all'introduzione della componente ballettistica nel palazzo di Schöbrunn per i soli telespettatori. L'esecuzione delle coreografie è affidata abitualmente al Balletto dell’Opera di Stato di Vienna, dell’Opera Popolare di Vienna, dell’Opera di Stato di Baviera ed a stelle internazionali provenienti dalle maggiori compagnie.