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È morto Sabatino Acquaviva: teorizzò “L’eclissi del sacro nella società industriale”

Si è spento a Padova, la sua città natale, Sabino Acquaviva. Il sociologo, famoso per i suoi importanti studi di sociologia della religione e per la teoria sulla “secolarizzazione del mondo”, contenuta nelle sue opere maggiori, era stato anche professore all’Università negli anni Settanta.
A cura di Federica D'Alfonso
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È morto a Padova, all'età di 88 anni, Sabino Acquaviva: sociologo di fama internazionale, è divenuto noto soprattutto per la sua opera più conosciuta, "L’eclissi del sacro nella società industriale". Si è occupato di sociologia della religione, ma anche di sociologia della scienza, di mass-media e di socio-biologia. Ricordato soprattutto come studioso, Acquaviva è stato anche professore all’Università di Trento e poi preside dell’Università di Padova negli anni Settanta, anni complessi e difficili, dei quali non ha mancato di parlare con acuta criticità in opere come "Il seme religioso della rivolta". "Con la scomparsa di Sabino Acquaviva la città e la sua Università perdono una figura di spicco, fra i maggiori sociologi italiani", ha commentato Rosario Rizzuto, Rettore dell'Università di Padova. "Con grande lucidità le sue opere hanno fotografato la società italiana e non solo, elevandosi nell'analisi dei fenomeni religiosi e della crisi di valori della società contemporanea. Le sue opere hanno affrontato diverse tematiche e rimarranno un contributo fondamentale per il dibattito sociologico".

Il teorico della "secolarizzazione del mondo"

Acquaviva si è concentrato, nei suoi studi di sociologia, soprattutto sulla religione: indagando le pratiche, le strutture sociali e il contesto storico dello sviluppo del fenomeno nel mondo contemporaneo. Un rapporto dialettico costante, quello fra religione e società, che Sabino Acquaviva ha indagato in opere importantissime come "L'eclissi del sacro nella società industriale", uscita per la prima volta nel 1961: un’analisi approfondita non soltanto dei sistemi sociali che influiscono e sono a loro volta influenzati dalla religione, ma anche una teorizzazione acuta della scomparsa della dimensione trascendente e sovrannaturale, quindi del "sacro", dalla vita quotidiana dell'uomo nella società contemporanea.

L'opera di Acquaviva ebbe successo in tutto il mondo e ha contribuito a gettare luce su un fenomeno controverso che egli stesso ha denominato "secolarizzazione del mondo", anche in altre opere come "Eros, morte ed esperienza religiosa", del 1990, e il più recente diario Dio dopo Dio, del 2007. "Con i suoi studi la sociologia della religione acquisirà lo statuto di disciplina scientifica", aveva detto in più di un'occasione il sociologo Vincenzo Pace, professore all'Università di Padova, citando le sue indagini sulla religione.

Professore negli anni di piombo

Sabino Acquaviva fu anche professore di sociologia all’università di Trento e poi a Padova, dove nel 1977 divenne preside della Facoltà di Scienze politiche e direttore del dipartimento di sociologia dal 1985 al 1988.

A Padova all'epoca insegnava anche il teorico dell’Autonomia operaia Toni Negri. Anni complessi, di scontri e violenze, ai quali Acquaviva dedica due studi approfonditi: "Guerriglia e guerra rivoluzionaria in Italia" e "Il seme religioso della rivolta".

Il Corriere della sera e l’esperienza in Rai

Negli anni Ottanta e Novanta aveva collaborato con il Corriere della Sera, oltre che con la Rai. Un'esperienza breve ma intensa quella alla Rai, dove nel biennio ’95-’96 fu direttore della struttura cultura e collaborò a programmi televisivi come "La notte della repubblica" di Sergio Zavoli. A proposito di questa esperienza aveva dichiarato: "In Rai non ho potuto fare gran parte di ciò per cui ero stato chiamato. In tv esiste un solo tipo di cultura. Se vuoi modificarlo colpisci la personalità di figure che si sono formate attraverso un processo di anni".

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