E’ morto Niemeyer, l’architetto “padre” di Brasilia

Oscar Niemeyer, l'ultimo dei grandi architetti del Novecento, è morto ieri notte nell'ospedale samaritano di Rio de Janeiro, sua città natale, in cui era ricoverato dal 2 novembre scorso. Avrebbe compiuto 105 anni il prossimo 15 dicembre. Niemeyer è ricordato sopratutto per essere il padre della nuova capitale del Brasile, inaugurata nel 1960. Ma oltre a disegnare i principali edifici di Brasilia, progettò anche il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite a New York e la sede della Mondadori a Segrate.
"L'architettura è il mio hobby – diceva spesso – una delle mie allegrie: creare la forma nuova e creatrice che il cemento armato suggerisce, scoprirla, moltiplicarla, inserirla nella tecnica più d'avanguardia. Questo è per me inventare lo spettacolo dell'architettura". E le sue creazioni stilistiche, sono sintetizzate in poche parole: "Non è l'angolo retto che mi attrae, né la linea diritta, dura, inflessibile, creata dall'uomo. Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale: la curva che trovo sulle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde dell'oceano, nelle nuvole del cielo e nel corpo della donna preferita".

Neimeyer nasce a Rio nel 1907. A 21 anni si sposa con Annita Baldo, figlia di emigranti di Padova, e a 27 diventa architetto e va a lavorare nello studio di Lucio Costa, futuro disegnatore del piano di Brasilia. Sono gli anni Trenta e in quel periodo conosce Le Corbusier che ha influenzerà in maniera significativa il suo stile basato sulle estreme possibilità del cemento armato. Nel '47 va a NY per lavorare al Palazzo di Vetro dell'Onu. Gli anni più importanti della sua carriera risalgono, però, alla metà degli anni Cinquanta, quando Juscelino Kubitscheck viene eletto presidente del Brasile e gli affida il progetto per la nuova capitale, appunto Brasilia. Niemeyer ne disegna gli edifici principali, tra cui il Palacio da Alvorada,la residenza del presidente della Repubblica, e poi la Camera dei Deputati, il Congresso Nazionale e la Cattedrale, oltre a diversi ministeri e molte residenze, pensati per evocare “un futuro più egualitario”. La pianta della città viene affidata all’ex maestro di Niemeyer, Lucio Costa.

Durante la dittatura militare, dal 1961 al 1985 , il "comunista" Niemeyer fu costretto ad andare in esilio a Parigi. È di quegli anni la celebre frase di Fidel Castro: «Niemeyer ed io siamo gli ultimi comunisti rimasti a questo mondo». E' del '67 il suo più famoso progetto in Italia: la sede della Mondadori a Segrate. Nel 1988 vinse il premio Pritzker e poi torna in Brasile alla fine della dittatura. Quindi progetta il Memorial da America Latina a San Paolo, e il Museo di Arte Contemporanea a Niteroi, vicino Rio de Janeiro. Nel 1996, riceve il Leone d’Oro della Biennale di Venezia e nel 2000 disegna il progetto dell’auditorium di Ravello, inaugurato nei primi mesi del 2010. Ha lavorato fino all'ultimo nel suo studio panoramico davanti alla spiaggia di Copacabana.
