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E’ morto Niemeyer, l’architetto “padre” di Brasilia

Se ne è andato Rio De Janeiro a 104 anni il grande architetto brasiliano. Influenzato da Le Corbusier, è stato uno dei pionieri dell’uso del cemento armato. In Italia è ricordato per la sede della Mondadori a Segrate e l’Auditorium di Ravello.
A cura di Biagio Chiariello
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Addio a Oscar Niemeyer

 Oscar Niemeyer, l'ultimo dei grandi architetti del Novecento, è morto ieri notte nell'ospedale samaritano di Rio de Janeiro, sua città natale, in cui era ricoverato dal 2 novembre scorso. Avrebbe compiuto 105 anni il prossimo 15 dicembre. Niemeyer è ricordato sopratutto per essere il padre della nuova capitale del Brasile, inaugurata nel 1960. Ma oltre a disegnare i principali edifici di Brasilia, progettò anche il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite a New York e la sede della Mondadori a Segrate.

"L'architettura è il mio hobby – diceva spesso – una delle mie allegrie: creare la forma nuova e creatrice che il cemento armato suggerisce, scoprirla, moltiplicarla, inserirla nella tecnica più d'avanguardia. Questo è per me inventare lo spettacolo dell'architettura". E le sue creazioni stilistiche, sono sintetizzate in poche parole: "Non è l'angolo retto che mi attrae, né la linea diritta, dura, inflessibile, creata dall'uomo. Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale: la curva che trovo sulle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde dell'oceano, nelle nuvole del cielo e nel corpo della donna preferita".

Niteroi, Museo di Arte Contemporanea
Niteroi, Museo di Arte Contemporanea

Neimeyer nasce a Rio nel 1907. A 21 anni si sposa con Annita Baldo, figlia di emigranti di Padova, e a 27 diventa architetto e va a lavorare nello studio di Lucio Costa, futuro disegnatore del piano di Brasilia. Sono gli anni Trenta e in quel periodo conosce Le Corbusier che ha influenzerà in maniera significativa il suo stile basato sulle estreme possibilità del cemento armato. Nel '47 va a NY per lavorare al Palazzo di Vetro dell'Onu. Gli anni più importanti della sua carriera risalgono, però, alla metà degli anni Cinquanta, quando Juscelino Kubitscheck viene eletto presidente del Brasile e gli affida il progetto per la nuova capitale, appunto Brasilia. Niemeyer ne disegna gli edifici principali, tra cui il Palacio da Alvorada,la residenza del presidente della Repubblica, e poi la Camera dei Deputati, il Congresso Nazionale e la Cattedrale, oltre a diversi ministeri e molte residenze, pensati per evocare “un futuro più egualitario”. La pianta della città viene affidata all’ex maestro di Niemeyer, Lucio Costa.

Brasilia, Palacio da Alvorada
Brasilia, Palacio da Alvorada

Durante la dittatura militare, dal 1961 al 1985 , il "comunista" Niemeyer fu costretto ad andare in esilio a Parigi. È di quegli anni la celebre frase di Fidel Castro: «Niemeyer ed io siamo gli ultimi comunisti rimasti a questo mondo». E' del '67 il suo più famoso progetto in Italia: la sede della Mondadori a Segrate. Nel 1988 vinse il premio Pritzker e poi torna in Brasile alla fine della dittatura. Quindi progetta il Memorial da America Latina a San Paolo, e il Museo di Arte Contemporanea a Niteroi, vicino Rio de Janeiro. Nel 1996, riceve il Leone d’Oro della Biennale di Venezia e nel 2000 disegna il progetto dell’auditorium di Ravello, inaugurato nei primi mesi del 2010. Ha lavorato fino all'ultimo nel suo studio panoramico davanti alla spiaggia di Copacabana.

Segrate, Palazzo Mondadori
Segrate, Palazzo Mondadori
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