È morto il sociologo Alessandro Dal Lago, ex Preside dell’Università di Genova
È morto a 75 anni il sociologo Alessandro Dal Lago, ex docente di Sociologia dei processi culturali presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Genova di cui era stato anche Preside dal 1996 al 2002. Collaboratore storico del Manifesto, Dal Lago, che era una delle voci più autorevoli per quanto riguarda conflitti armati, ultras, migrazioni – meccanismi d'integrazione intraculturali e multiculturali – e criminalità, è morto a Trapani, dove si era trasferito dopo essere andato in pensione. Studioso di Michel Foucault e dei meccanismi d’integrazione intraculturali e multiculturali nella società aperta, , come ricorda Il Manifesto, "ha prodotto una profonda riflessione della figura del migrante quale prototipo dell’esclusione sociale". Guido Franco Amoretti, direttore del dipartimento di Scienze della formazione, lo descrive come "uno studioso eminente, calato nel sociale, sui temi più di attualità", un uomo dalle "idee visionarie, un genialoide, avanti rispetto ai suoi tempi".
Nato a Roma il 2 settembre del 1947 da madre veneto-trentina e padre romano di antiche origini albanesi, come scriveva lui stesso sul suo sito ufficiale, citando leggende di famiglie. Lui stesso descrive così il suo percorso: "Mi sono laureato a Pavia nel 1970 e, dopo un paio d’anni di insegnamento nelle scuole superiori, ho sempre lavorato nell’università: precario a Pavia, ricercatore a Milano (1982), professore associato a Bologna (1992), ordinario a Genova (1994). In base alle astruse classificazioni del Ministero della Ricerca e dell’Università, sono definito un sociologo dei processi culturali. Nell’università di Genova sono stato direttore di dipartimento, preside della facoltà di Scienze della formazione e delegato del rettore. Dal 2013 sono felicemente in pensione".
Ma Dal Lago ha trovato anche spazio all'estero, insegnando per alcuni semestri in alcune università americane, nel 1991 all'Università della Pennsylvania e nel 2007 all'Università della California, oltre a partecipare a seminari e conferenze negli istituti di cultura italiana all'estero. Nella sua lunga carriera di studioso ha collaborato con riviste come "Alfabeta" e "aut aut", dirigendo anche la “Rassegna italiana di sociologia” (1997-2000) e facendo da condirettore di “Etnografia e ricerca qualitativa” oltre a pubblicare decine di volumi, tra cui "Tra due rive. La nuova immigrazione" (Franco Angeli 1994), "Giovani senza tempo. Il mito della giovinezza nella società globale" (Ombre Corte 1999), "La città e le ombre: crimini, criminali, cittadini" (Feltrinelli 2003), "Non-persone. L'esclusione dei migranti in una società globale" (Feltrinelli 2004), fino a "Sangue nell'ottagono. Antropologia delle arti marziali miste" (Il Mulino 2022).