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È morto Gianni Vattimo, il filosofo del “pensiero debole” aveva 87 anni

Gianni Vattimo, filosofo italiano tra i più influenti dell’ultimo secolo, è morto all’età di 87 anni a Torino. Ieri era stato ricoverato all’ospedale di Rivoli.
A cura di Luca Pons
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Gianni Vattimo, noto filosofo ed ex parlamentare europeo, è morto a 87 anni a Torino. Lo ha reso noto Simone Caminada, suo compagno negli ultimi anni. Da ieri era ricoverato nell'ospedale di Rivoli in condizioni critiche.

Vattimo nacque a Torino il 4 gennaio 1936, la sua famiglia lasciò il capoluogo piemontese durante la Seconda guerra dopo un bombardamento che distrusse la loro casa, e vi ritornò nel 1945. Laureatosi in Filosofia a Torino nel 1959, si specializzò poi in Germania. Negli anni successivi fu professore e anche professore emerito all'Università di Torino. Tra i filosofi italiani più noti del pensiero postmoderno, è stato il teorico del cosiddetto "pensiero debole", un concetto introdotto con un libro omonimo nel 1983 e poi successivamente approfondito, con forti influenze di filosofi come Nietzsche, Heidegger e Gadamer (di cui è stato allievo).

Dal 1999 al 2004 con la Ds, e poi di nuovo dal 2009 al 2014 con l'Italia dei Valori, Vattimo ha anche ricoperto l'incarico di parlamentare europeo. La sua attività politica è durata molto più a lungo, però, ed è iniziata con il Partito radicale, per approdare dal 2015 nel Partito comunista. Ebbe dei ruoli anche in televisione: negli anni Cinquanta collaborò a diversi programmi culturali della Rai, mentre nel 1986 ideò e condusse "La clessidra", programma di divulgazione filosofia su Rai 3.

Il filosofo scelse di definirsi "omosessuale e cristiano", sviluppando un "comunismo cristiano" e sfidando i pregiudizi all'interno della Chiesa cattolica (definita "sessuofoba"): "Lotto per i diritti delle minoranze ma non come Pasolini, che era molto più estremo; lui si sentiva un Gesù crocifisso dai suoi nemici. Io non la vivo in questo modo", affermò. "L’ingiustizia per me, tra le altre cose, consiste nell’aver mai potuto corteggiare i miei compagni di scuola. In questo senso, il cristianesimo mi ha spinto a combattere le ingiustizie".

La sua omosessualità fu rivelata nel 1975, come ha raccontato a Repubblica nel 2016: "Fino a quel momento non avevo nascosto niente, ma una mattina scoprii dai quotidiani di essere candidato nelle liste del Fuori", il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, movimento torinese per i diritti delle persone omosessuali. "Un colpo. La pubblicizzazione sui giornali mi fece effetto. Ebbi paura delle ripercussioni sul piano accademico, e pregai mia sorella di nascondere i quotidiani a mia madre".

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