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È morto Gianni Minà dopo una breve malattia cardiaca: il giornalista aveva 84 anni

Il giornalista Gianni Minà è morto a 84 anni. La sua morte è stata annunciata con un post sulla sua pagina Facebook: “Non è stato mai lasciato solo”.
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È morto Gianni Miná. Il giornalista aveva 84 anni. È morto dopo una breve malattia cardiaca, come ha annunciato la sua pagina Facebook ufficiale: "Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità". È stato giornalista, documentarista, scrittore, oltre a essere uno dei volti più noti e apprezzati della televisione e della cultura, famoso per le sue interviste, come quelle a Maradona e Muhammad Ali (presente nella famosa foto assieme a Robert De Niro, Sergio Leone e Gabriel Garcia Marquez). Non si conta l'elenco dei programmi a cui aveva partecipato da autore e conduttore, da "L'altra domenica" a "Blitz". Lunga anche la lista dei libri pubblicati e dei riconoscimenti vinti. L'ultimo, Storia di un boxeur latino, per minimum fax, uscito nel 2020.

La carriera di Gianni Minà e la passione per lo sport

Gianni Minà era nato a Torino il 17 maggio 1938, iniziò la carrierà nel 1959 nella redazione sportiva di Tuttosport. Nel 1960, l'esordio in Rai come collaboratore ai servizi sportivi per le Olimpiadi di Roma. Dal 1965, i suoi reportage hanno contribuito a evolvere il linguaggio giornalistico televisivo con rubriche che sono rimaste nella storia. Ha seguito otto mondiali di calcio, sette olimpiadi, decine di campionati di pugilato. Bellissima la sua storia tecnica e sociologica della boxe: "Facce piene di pugni". Fondò L'altra domenica con Maurizio Barendson e Renzo Arbore. A metà degli anni Settanta si appassiona al racconto dell'America, dei conflitti sociali delle minoranze, si avvicina all'America Latina. Nel 1978, mentre seguiva come cronista il campionato mondiale di calcio 1978, venne ammonito e poi espulso dall’Argentina per aver fatto domande sui desaparecidos al capitano di vascello Carlos Alberto Lacostedurante una conferenza stampa, e aver cercato poi di raccogliere informazioni. In carriera ha intervistato i più grandi: Eduardo De Filippo, Robert De Niro, Muhammad Ali, Federico Fellini, Gabriel García Márquez. Nel 1987 intervistò Fidel Castro. Con il programma "Alta Classe", dal 1991, ha intervistato Massimo Troisi, Pino Daniele, Ray Charles.

Gianni Minà (LaPResse)
Gianni Minà (LaPResse)

L'amicizia con Diego Armando Maradona

Gianni Minà è stato un grandissimo amico di Diego Armando Maradona. Il giornalista si assicurò la sua amicizia quando il numero 10 vide la sua lealtà e la sua statura di uomo: "Avevo spiegato al suo responsabile stampa che volevo parlare con lui non di tattiche ma della vita, di quello in cui credeva, senza pettegolezzi", racconta nella sua autobiografia Storia di un boxeur nato, "come due uomini spesso fanno. Maradona aveva apprezzato il mio tentativo di capire, con discrezione ma senza reticenze. Avevo scoperto che era molto più intelligente di come veniva dipinto. Era informato, attento. Leggeva i giornali". In virtù di questa amicizia, quando Diego Armando Maradona fu squalificato per la seconda volta nella sua carriera, ai Mondiali di USA '94, volle parlare solo con Minà: "Hanno messo un coltello nel cuore di un bambino", gli raccontò Signorini, il suo preparatore atletico. Su Diego Armando Maradona, Gianni Minà ha curato lo speciale per la Gazzetta dello Sport "Non sarò mai un uomo comune" e un'ulteriore retrospettiva per Rai Com nel 2007.

Gianni Minà con Martin Scorsese (LaPresse)
Gianni Minà con Martin Scorsese (LaPresse)

Gianni Minà a Fanpage.it: "L'aggressività dei giornalisti di oggi è cretina"

In una intervista a Fanpage.it del 2016, Gianni Minà raccontò la sua idea di giornalismo e i suoi rimpianti: "Ho il rimpianto di non aver mai intervistato Nelson Mandela in Sudafrica". E sul giornalismo di oggi: "Non mi piace l'aggressività dei giornalisti di oggi, perché io penso che non porti proprio a niente". 

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