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È morto a 91 anni Ettore Mo, uno dei più importanti inviati di guerra del Paese

È morto a 91 anni Ettore Mo, uno dei decani del giornalismo italiano: fu inviato di guerra del Corriere della Sera.
A cura di Redazione Cultura
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Ettore Mo (LaPresse)
Ettore Mo (LaPresse)

È morto a 91 anni Ettore Mo, scrittore e storico inviato di guerra del Corriere della Sera, che ne ha dato la notizia in un articolo che ne racconta la vita e la passione per il racconto delle guerre. Chiunque abbia passione di giornalismo e del lavoro di inviato avrà letto nella sua vita almeno qualche pezzo di Mo o alcuni dei suoi libri in cui racconta le esperienze nell'Afghanistan di Massud e pre-Torri gemelle o dell'Iran degli Ayatollah, luoghi in cui era stato e che aveva raccontato nei suoi vari reportage. Mo, come ricorda anche il Corriere, era un giornalista che amava stare sul campo, raccontare ciò che vedeva coi suoi occhi piuttosto che aspettare le agenzie e ricamarle con un po' di esotismo.

Nato a Borgomanero il primo aprile del 1932, Mo aveva scoperto tardi la sua passione, prima aveva tentato di completare l'Università a Ca' Foscari, a Venezia, ma quando capì che non era la sua strada decise di girare un po', facendo i lavori più disparati, finché, una volta sistematosi a Londra, non contattò il corrispondente del Corriere, che all'epoca era Piero Ottone per proporsi e da lì cominciò la scalata che l'avrebbe portato a diventare uno degli inviati di guerra più famosi del Paese. Il suo vero primo servizio dal fronte fu quando iil direttore del Corriere, Franco Di Bella lo inviò a Teheran durante la rivoluzione khomeinista.

Da quel momento girò il mondo, sempre per raccontare i luoghi in cui c'erano battaglie e guerre: il Nicaragua, la Liberia, l'ex Jugoslavia, la Cecenia, il Messico e quell'Afghanistan che avrebbe raccontato in svariati libri, che attraversò quando c'erano ancora i carri armati russi e quando a guidare la resistenza c'era Massud, conosciuto anche come il "Leone del Panjshir", combattente contro il regime talebano afghano che lo avrebbe ucciso due giorni prima dell'attentato alle Torri Gemelle. Nella sua lunga carriera Mo aveva intervistato personaggi importanti di vari campi, tra cui madre Teresa di Calcutta, il direttore d'orchestra austriaco Herbert von Karajan e Luciano Pavarotti e firmando sul Corriere fino al 2011.

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