È morto Dominique Lapierre, scrisse “La città della gioia” e “Parigi brucia?”
È morto lo scrittore francese Dominique Lapierre, il cui nome era noto in tutto il mondo grazie ad alcuni best e longseller come "La città della gioia", "Più grandi dell'amore", "Parigi brucia?", "Mezzanotte e cinque a Bhopal". Stando a quanto comunicato dalla moglie Dominique Conchon-Lapierre lo scrittore è morto all'età di 91 anni "di vecchiata". Gironalista per Paris Match, autore di numerosi libri per un totale di oltre 50 milioni di copie vendute in tutto i mondo anche in coppia con Larry Collins, Lapierre aveva fondato assieme alla moglie l'associazione "Action pour les enfants des lépreux de Calcutta" con il sostegno di Maria Teresa di Calcutta alla quale ha devoluto la metà dei suoi diritti d'autore per finanziare scuole e la lotta alla lebbra e alla tubercolosi.
L'annuncio l'ha data la vedova sul quotidiano Var Matin spiegando di "essere in pace e serena perché Dominique non soffre più". Vissuto per sessant'anni in Costa Azzurra nel 1964 scrisse "Parigi brucia?" assieme a Larry Collins e questo libro sulla liberazione di Parigi ha venduto oltre 20 milioni di libri dando vita a un film diretto da René Clément con protagonisti attori del calibro di Jean-Paul Belmondo e Kirk Douglas e la sceneggiatura cofirmata da Francis Ford Coppola e Gore Vidal. Negli anni seguenti aveva continuato una fruttuosa collaborazione assieme a Collins con cui ha scritto in tutto sei libri
Lapierre era noto anche per il suo amore sconfinato per l'India, filantropo, lo definisce Le Monde nell'articolo in cui lo ricorda. Nel 1980 donò, appena arrivato da Madre Teresa di calcutta 50 mila dollari dicendo che non era altro che "una goccia nell'oceano dei bisogni" ottenendo come risposta che "senza queste gocce d'acqua, l'oceano non sarebbe oceano". Proprio da questa passione nasce quello che è uno dei suoi libri più amati ovvero "la città della gioia" che venderà una dozzina di milioni di copie e da cui sarà tratto un film diretto da Roland Joffé nel 1992. Lo scrittore avrebbe continuato a donare per combattere lebbra, colera e tubercolosi: "Non basta essere un autore di best seller, devi lottare contro le ingiustizie che denunci nei tuoi libri" disse.