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È morta Ida Magli, il mondo dell’antropologia piange la sua scomparsa

Ida Magli, una grande personalità del mondo dell’antropologia, con la sua morte avvenuta ieri 21 febbraio, lascia un grande vuoto. Fra i suoi più grandi meriti quello di adoperare il metodo antropologico per analizzare la società europea e in particolare quella italiana, dall’antichità al medioevo fino alla contemporaneità, con gli stessi strumenti adoperati dall’antropologia per le società “primitive”. L’antropologa si lascia però anche ricordare per le sue acute polemiche verso l’Unione europea intraprese nel lontano ’94.
A cura di Silvia Buffo
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Un ritratto di Ida Magli sorridente
Un ritratto di Ida Magli sorridente

Ida Magli è scomparsa ieri, è stata un'antropologa di grande valore e anche una filosofa. Ma il suo approccio alla cultura è iniziato con la musica, aveva studiato pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia. Contemporaneamente si è però dedicata alla filosofia e all'Antropologia culturale alla Sapienza, dapprima come studiosa e poi come docente, Ida Magli è stata la prima ad adoperare il metodo antropologico per analizzare la società europea e nello specifico quella italiana, dall'antichità al medioevo fino a quella attuale, con gli stessi strumenti adoperati dall'antropologia per le società “primitive".

Ma il suo particolare approccio antropologico è iniziato con la musica, amava definire la cultura come una sorta di ‘fuga bachiana'. E si lascia certamente ricordare per le pungenti critiche contro l'Unione Europea, memorabili le sue parole del 2006:

L’Italia è perduta, l’Europa, con tutta la sua storia, la sua cultura, il suo pensiero, i suoi poeti, i suoi scrittori, la sua arte, la sua musica, i suoi figli, è perduta. Sono perdute perché questa era la meta che si erano prefissi coloro che hanno progettato l’Unione europea. Distruggere l’Occidente  affinché si realizzasse sulla nostra terra lo scontro, e la vittoria dell’Oriente musulmano contro l’America.

Molto appassionata di temi desueti in molti filosofi come il “Sacro”, i tabù, l'impurità, la “potenza della parola” legata al primato dell'organo sessuale maschile, le differenze nella concezione del tempo fra la religione giudaica, centrata sull'attesa della salvezza e quella cristiana centrata sul divenire. L'insieme dei suoi scritti come libri, saggi, articoli, rispecchiano il risultato di questo metodo e pertanto danno ampio spazio a fenomeni e a fatti di solito passati sotto silenzio: la storia delle donne, secondo la Magli, non è da intendere come mondo a parte ma come ancorata al potere maschile, la predicazione popolare e la devozione mariana come importantissimo documento storico, il rapporto fra il Sacro e il Potere negli avvenimenti politici.

E con forte verve femminista si esprimeva in maniera intransigente non solo contro il sistema europeo ma anche sull'Islam:

Dobbiamo limitare l’ingresso in Italia ai musulmani, oppure l’Italia sarà perduta. Dobbiamo difendere la nostra libertà di pensiero, le conquiste delle donne, dobbiamo ricordare la fatica che abbiamo fatto per difendere i nostri diritti: ma come, abbiamo appena cominciato ad emanciparci dai nostri veli, dalle nostre velette, e ammettiamo che si torni indietro di secoli.

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