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È arte o è un gioco? Un ‘tappeto volante’ su cui arrampicarsi: ecco la nuova opera di Toshiko Horiuchi al MACRO per Enel Contemporanea

Un’installazione in tessuto colorato, sospesa, elastica e pronta ad accogliere i visitatori: ci si può appendere o arrampicare e, una volta su, si può camminare, saltare, distendersi. “Harmonic Motion” è l’opera protagonista della settima edizione di Enel Contemporanea, al MACRO di via Nizza a Roma da dicembre 2013 per tutto il 2014.
A cura di Gabriella Valente
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Sempre più ardite le proposte artistiche di Enel Contemporanea, il progetto promosso da Enel che prevede annualmente la realizzazione di opere sul tema dell’energia da parte di artisti di diverse nazionalità.

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Dopo interventi come la “casa di farfalle” del duo Bik Van der Pol (2010), le giostre del “doppio carosello” di Carsten Höller (2011) o l’altissimo Big Bambù dei fratelli Starn (nel cortile del MACRO Testaccio dal 2012), Enel Contemporanea prova a replicare gli enormi successi con una nuova opera interattiva, coinvolgente e relazionale.

La settima edizione della rassegna rinnova la partnership con il MACRO di Roma e si affida al lavoro delicato e giocoso dell’artista giapponese Toshiko Horiuchi MacAdam. Nella hall esterna del museo di via Nizza, l’ideatrice dell’art fabric (arte del tessuto) e del progetto Public art for kids ha allestito la sua nuova opera: Harmonic Motion / Rete dei draghi sembra un coloratissimo tappeto volante su più livelli, dove le persone possono camminare, saltare e muoversi liberamente. La grande scultura è retta da tiranti variopinti che la tengono sospesa in aria; struttura reticolare tessile, elastica e aerea, è realizzata interamente a mano intrecciando corde colorate con una tecnica che rievoca la tradizionale lavorazione all’uncinetto, delineando forme e geometrie contemporanee.

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Rigorosamente a piedi scalzi si sale su una piattaforma morbida, posta sotto la struttura sospesa, e da lì ha inizio il gioco: ci si può appendere sulle parti pendenti della struttura e oscillare come su un’altalena, oppure ci si può arrampicare; le diverse superfici intessute presentano qua e là dei varchi, nei quali bisogna infilarsi per passare al piano successivo, dove si può camminare, si può rotolare, si può saltare, ci si può distendere. Giocosa espressione di un’estetica relazionale, Harmonic Motion intende coinvolgere il pubblico che con la sua presenza e la sua partecipazione è chiamato ad attivare l’opera attraverso l’energia della scoperta e del movimento.

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Visibile e ‘attivabile’ per tutto il 2014, la Rete di Toshiko Horiuchi sarà aperta ufficialmente al pubblico dall’8 dicembre, giornata in cui, dalle ore 11 alle 19, si terranno attività e laboratori didattici ispirati all’installazione e dedicati in particolar modo ai bambini. L’artista infatti concepisce la propria arte come un modo per cercare nuovi stimoli esperienziali per i bimbi, per cui l’opera è di fatto un coloratissimo playground, un terreno di gioco per i più piccoli, dove però i grandi sono del tutto ben accetti, perché anche per loro è più che valido l’invito a vivere l’arte contemporanea come un intreccio tra arte e gioco.

Toshiko Horiuchi, che oggi vive e lavora in Canada, nella sua carriera quarantennale ha messo in atto un’evoluzione coerente di produzione e di pensiero. “Sin da quando riesco a ricordare, mi sono sempre sentita attratta dalle stoffe”, racconta l’artista, affascinata dai possibili usi della fibra tessile, in quanto elemento lineare che diventa elemento piano che ulteriormente può essere manipolato fino a creare una forma tridimensionale. Dopo essersi laureata in arte, la Horiuchi iniziò a lavorare come designer di tessuti e poi a realizzare grandi opere in stoffa da esporre in musei e gallerie, ma, come lei stessa spiega, “realizzare opere destinate unicamente all'esposizione mi sembrava in qualche modo slegato dalla vita reale”. E proprio mentre rifletteva su una nuova via da intraprendere per coinvolgere le persone, ecco l’episodio decisivo: “Stavo lavorando a una mostra in una galleria con un amico. Avevamo realizzato una grande installazione tridimensionale all'uncinetto detta ‘cellula’. Due bambini visitarono la mostra. Non appena videro quest'opera, eruppero in un grido di gioia e iniziarono ad arrampicarvisi sopra, incuranti del monito della galleria: ‘Non toccare!’. In quell'istante, l'opera prese vita. Ne fui al tempo stesso sconvolta e profondamente commossa. Il loro slancio liberò qualcosa dentro al mio cuore, abbatté le barriere che mi trattenevano e mi spinse in una nuova direzione”.

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Come nelle altre opere di Toshiko Horiuchi, così in Harmonic Motion, il gesto meticoloso dell’uncinetto, intrecciando il tessuto, crea uno spazio architettonico esperibile da parte del pubblico, che attiva l’opera, la usa, la calpesta, la consuma. In proposito, l’autrice, che lavora sempre in collaborazione con il marito Charles MacAdam, sostiene: “Non ci dispiace che queste opere si logorino e siano destinate a essere un giorno sostituite, come tanti vecchi vestiti. L'importante è che abbiano illuminato delle vite e continuino a vivere nel ricordo”. In effetti, appena giunti nel cortile del MACRO, rimaniamo abbagliati dalla visione della stravagante Rete dei draghi, pronta ad accoglierci, grande e variopinta, i cui colori accessi e le cui forme bizzarre si imprimono nei nostri occhi e nella nostra mente insieme a una sensazione di gioia e di entusiasmo che può allegramente trovare il suo compimento nell’esperienza pratica e concreta dell’opera d’arte.

 

Immagini: Enel Contemporanea 2013, Harmonic Motion / Rete dei draghi 2013, MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma, Hand-crochet nylon. A work by Toshiko Horiuchi MacAdam, Norihide Imagawa (structural design) & Charles MacAdam (design & production). Photo credit: Roberto Boccaccino.

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