E adesso cosa succede a Kid Lost, il vincitore del talent rap Nuova Scena su Netflix
La finale della prima edizione di Nuova Scena, il rap talent di Netflix condotto da Geolier, Rose Villain e Fabri Fibra, ha visto emergere in finale due autori campani: da una parte Kid Lost, nome d'arte di Graziano Landolfi, 27enne originario di Qualiano e Jelecroix, aka Mariateresa Pini da Napoli. Un risultato che premia la scelta del giudice campano, ma che vede nella vittoria finale di Kid Lost un percorso di crescita più ampio, anche nella scelta delle melodie affrontate nelle otto puntate da parte del rapper. Sì, perché il cantante è riuscito a non scendere mai sotto la sufficienza, dimostrandosi costante nelle varie prove affrontate: anche quando, a pochi minuti dall'esibizione con Marracash, una crisi di panico l'ha colpito. Non capita tutti i giorni di doversi confrontare con una delle migliori penne del rap italiano, magari scrivendo una strofa sulla base di Pagliaccio.
Kid Lost è riuscito, rispetto agli altri concorrenti in gara, a parlare anche minimamente di sé. Non solo un labirinto di punchline mono-flow, aspetto criticatogli sin dalla prima audizione da Geolier e Rocco Hunt per l'extrabeat, ma anche il racconto della salute mentale e delle difficoltà ad emergere come artista a Napoli. Due mondi che hanno saputo catturare il pubblico al punto di preferirlo a personalità molto più ingombranti sul palco: basti pensare a Spender, ma anche in finale alla più energica Jelecroix con Partenope. Kid Lost da Qualiano, la città che nelle scorse ore lo ha premiato attraverso il sindaco della città Raffaele De Leonardis come un'eccellenza del territorio, è riuscito a muovere tutti i passi giusti, mettendosi in gioco fino alla fine, un aspetto che alcuni concorrenti non sono riusciti a comprendere fino alla fine.
Perché l'obiettivo di questo talent, come hanno mostrato le varie prove susseguitesi nelle 8 puntate, era trovare un rapper già pronto a entrare nel mercato discografico italiano con una propria dimensione già stabilità all'interno del programma. Uno scouting a cielo aperto, in cui gli artisti si sarebbero dovuti affidare anche a scelte non proprio tra le più semplici. Proprio Kid Lost, sin dalla prima apparizione, ha disinnescato la ricerca di un campo sempre più fitto di barre nella strofa, aprendosi al concetto di pausa per fissare, anche con un'intonazione vocale diversa, ciò che stava esprimendo. Dalla sua, l'autore aveva già sperimentato, prima dell'avventura a Nuova Scena, una ricerca della melodia nel ritornello che poi si è visto durante la finale con Criatur', singolone che abbraccia anche l'enorme fetta di pubblico rap-pop che abita le piattaforme musicali.
Basti pensare ai remix di Toca e Alors on Dance, che è possibile ascoltare sul suo profilo Spotify. La vittoria di Kid Lost risponde anche alle prospettive future dei suoi due sfidanti in finale: se da una parte Jelecroix ha mostrato di esser una forza della natura, abbinando il proprio percorso musicale al ballo e alle coreografie come in Danza del ghetto e Partenope, c'è ancora l'aspetto di comprensione totale del testo a fermarla a qualche passo dal traguardo. Rimane però nella storia del programma la sua esibizione con Madame in Mi hai capito: una scarica di adrenalina e la consapevolezza dei propri mezzi e del proprio racconto. Dall'altra parte, forse il vincitore morale dell'edizione, El Matador da Ciampino, è sembrato ancora troppo ingestibile, soprattutto in fase di scrittura, per esporsi a un pubblico non propriamente rap. Anche se, nella scelta delle punchline, ma soprattutto nel progresso condotto all'interno della trasmissione, con il singolo omonimo presentato in finale, El Matador ha mostrato di essere il più originale della trasmissione.
E adesso cosa succede a Kid Lost? Se i 100mila euro vinti sembrano una serie ipoteca sulla possibilità di ascoltarlo almeno con qualche singolo nei prossimi mesi, dovremmo capire quale sarà il filone da percorrere. Anche perché, Criatur' non è stata la miglior esibizione offerta nel programma dall'autore di Qualiano. Anzi, proprio nel momento in cui è uscito dalla sua zona di comfort, con l'inedito Ossimoro, è stato possibile vedere quale indirizzo potrebbe prendere la sua carriera. La sensibilità nella scrittura, il suo mettersi a nudo, scoprendo il velo dell'ansia che lo ha accompagnato nel suo passato, gli ha permesso di allargare, dare aria al suo racconto. Forse il consiglio più grande che gli potesse arrivare è proprio quello di Geolier: essere più convinto delle proprie armi, soprattutto in ciò che si dice. Meno forma e più sostanza.