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DrefGold presenta Goblin: “Sono orgoglioso di esser arrivato al successo con la mia musica”

DrefGold, a quattro anni di distanza da Elo, è tornato nelle scorse ore con il suo nuovo disco Globin. Dal feat con Capo Plaza alla figura del Globin nel rap italiano, qui l’intervista al rapper.
A cura di Vincenzo Nasto
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DrefGold, via Comunicato Stampa
DrefGold, via Comunicato Stampa

A 4 anni di distanza da Elo, il suo secondo disco, DrefGold è ritornato nelle scorse ore con il suo nuovo progetto Goblin. L'album, anticipato dai singoli Mr Komparema, il feat con Tony Boy Prova del 9 e Junkie Spiderman, vede le collaborazioni di Capo Plaza, Tedua, Tony Boy, Tony Effe, Bresh e Pyrex. Un disco che arriva dopo due anni di live e che apre un nuovo percorso nella carriera dell'autore bolognese, affiancato sempre dal producer Daves, che ha curato la direzione artistica. Negli scorsi minuti è uscito anche il video ufficiale di ORAZIO KANE. Qui l'intervista a DrefGold.

Come e quando nasce Globin?

Credo nell'ultimo anno e mezzo, anche se ci sono pezzi che c'erano già da prima. Ci sono stati periodi in cui mi sono dovuto fermare, ma dall'altra parte dopo l'uscita dell'album in pieno Covid e l'impossibilità di suonare, negli ultimi due anni ho suonato praticamente tutti i fine settimana, tra discoteche e festival.

Rispetto agli altri dischi, in che modo è cambiato il processo di lavoro?

Sono sempre stato uno di quelli che non vede i producer come fossero dei brand, quindi con un rapporto 1 a 1. La direzione del disco l'ha fatta comunque Daves, come in KNGL ed ELO, però ci sono anche altre produzioni. Io andavo da lui con dei provini e mi affidavo: so che se una canzone è al 50%, lui riesce a portarla al 100%, ha molto gusto. Poi sono anche contento di aver collaborato con tanti artisti e producer giovani, mi piace questa nuova ondata.

E invece la scelta del Globin come immaginario del disco?

Ho cercato di portare un personaggio, il suo immaginario, nel mio mondo, quello rap. Ormai sono da qualche anno nel mondo della musica, quindi capisco che ci siano temi che attirino di più, dall'altra parte sono molto orgogliso di esser riuscito a portare la mia roba, la mia musica.

Un percorso più difficile. 

Sicuramente ti fa sputare più sangue, ma dall'altra parte ti permette di costruirti delle basi, delle fondamenta.

E invece com'è cambiato l'approccio alla scrittura, al tuo lavoro in questi anni?

Sembra un meme, ma scrivo tutti i giorni (ride n.d.r). Sono quasi 10 anni che non passa una settimana in cui non riesco a scrivere qualcosa. Non è legato semplicemente al fatto che la canzone/il disco mi porti il pane a tavola, ma sono stimolato da tante cose. Per esempio, apro Instagram e magari vedo qualche rapper americano che ha pubblicato qualcosa di figo: da lì parto con i type-beat o o le cartelle che mi sono state inviate per mettermi a scrivere.

E invece in studio?

Alcune volte capita di non riuscire ad andarci, o a volte ci arrivi già con le strofe pronte: comprendo che alcuni producer abbiano un workflow diverso e magari vorrebbero costruire e sviluppare l'idea con te.

C'è qualcosa invece che vorresti fare in maniera diversa?

Mi sono accorto, lavorando ormai con artisti italiani ma anche internazionali, che non è obbligatorio scrivere come faccio io, cercando di sviluppare ciò che ho dire. In realtà molti scrivono direttamente la cosa che vogliono dire, così da poter passare avanti. Poi ammetto che nel tempo mi sono adattato anche ai tempi in studio, quindi non c'è un metodo che funziona di più o meno.

Per esempio, in quest'album quale singolo ti ha sorpreso?

Ghostbusters, sicuramente. È nata in una session nel quale io non avevo voglia di fare niente, ero già stato tutto il pomeriggio in studio e quindi dovevo andare poi la sera, con un amico, da una persona che non conoscevo. Non volevo che si creasse quella situazione di convenevoli e invece è uscita subito, ci siamo trovati.

Ci sono lavori che ti hanno ispirato per questo disco?

Sicuramente, uno di questi è Young Nudy nel giro di 21 Savage. Lui si allontanta da melodie e temi commerciali, ma ha dei flow eccezionali. Poi c'è sicuramente Kodak che ha coniato il termine Gremlin nel 2022: mi ha fatto riflettere sul perché questa creatura non fosse portata nella dimensione rap.

Ci sono pezzi di quest'album che non vedevi l'ora di registrare?

Sicuramente Ghostbusters e Tzunami: la melodia del ritornello è così ipnotica e mi ha dato una sensazione di soddisfazione personale quando l'abbiamo chiusa. Devo ammettere che sono stato anche trascinato dalle altre persone che stavano lavorando in studio che erano entusiaste come me.

Ritorniamo a Goblin e al video di presentazione, in cui il narratore recita "Tutti vogliono vedere l'eroe fallire, cadere".

Per me è ancora incomprensibile che non abbiano fatto uno spin-off sul Goblin. Non ha bisogno di altri vestiti, di altre tutine. Rispetto al disco, volevo una presentazione che facesse discutere il pubblico, alzare un polverone, ma non avevo pensato a come sarebbe stato percepito in merito al progetto. Volevo riportare una frase iconica del personaggio del Globin, ma sono sempre stato un tipo molto allegro, così mi piaceva avere una parte del mio percorso un po' ambigua.

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