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Dove trovano ispirazione gli artisti? I loro segreti in una mostra alla National Gallery

“Painters’ Paintings” è la grande mostra londinese che omaggia l’aspetto più segreto, gli studi e la psiche di alcuni tra i più grandi pittori degli ultimi cinque secoli.
A cura di Silvia Buffo
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Le celebri 'bagnanti' di Cèzanne
Le celebri ‘bagnanti' di Cèzanne

Un progetto inedito e affascinate "Painters' Paintings", visitabile fino al 4 settembre: circa 80 quadri acquistati da grandi artisti al solo scopo di trarne ispirazione e nutrimento per la loro produzione artistica. Un'esposizione che soddisferà molti dei classici quesiti negli amanti del mondo dell'arte, primo fra tutti il domandarsi su cosa ci sia dietro la poetica, la linea, i giochi cromatici di molti pittori. Un'indagine sul campo, ingegnosa ma al tempo stesso scientifica, nata da un'idea di Lucian Freud, che aveva riflettuto molto sul progetto fino ai suoi ultimi anni di vita. Alla sua morte nel 2011 lasciò alla National Gallery un dipinto di Jean-Baptiste-Camille Corot, "Donna italiana", che molto tempo prima aveva acquistato, amava profondamente quelle linee decise confermate dal netto folgore del colore. Ma non era semplice amore per un quadro, dietro c'era una grande voglia di capire, di apprendere e approfondire l'ispirazione di grandi maestri della pittura.

Cosa viene prima di un'opera d'arte?

L'opera di Jean-Baptiste-Camille Corot ebbe per Freud il significato di uno spunto, di una motivazione per invitare la galleria ad avviare un'indagine, un approfondimento sul legame tra i quadri e le collezioni private degli artisti che li hanno realizzati ma c'è un problema logistico, spesso questo legame è quasi irrintracciabile o problematico da stabilire poiché spesso queste collezioni sono vendute o smembrate. Come in un intrigato puzzle si deve andare alla ricerca del pezzo mancante, un tassello, una zona d'ombra, che può rivelarsi parte integrante dell'intera poetica di un grande artista. Spiega la direttrice Anne Robbins:

La mostra crea abbinamenti e confronti, un dialogo originale e dinamico tra possesso e creazione artistica.

Una mostra rivelatrice

Il percorso espositivo parte da una sala dedicata a Freud e poi a ritroso offre una sezione per Edgar Degas e Henri Matisses. Proprio quest'ultimo è l'esempio più calzante di quanto un dipinto possa influenzare un pittore. Era infatti il 1899 quando rimase volgorato da "Le tre bagnanti" di Paul Cézanne, per avere il quadro era disposto a tutto tant'è che costrinse sua moglie a svendere un anello di smeraldi preziosi. Matisse dichiarò poi che lo aveva sostenuto nei momenti più difficili della mia vita di artista donandogli fede e perseveranza. Ed anche se nel corso della sua vita il pittore fu un grande collezionista , da Degas a Picasso, quel primo Cézanne rimase sul podio della sua più assoluta ispirazione. Flussi d'arte ed influenze che stando alla logica di questa mostra si tramandando infatti attualmente il quadro sta ispirando l'artista americano Jasper Johns perché è a lui che oggi appartiene.

Degas, il collezionista più accanito

Due sale sono dedicate a Degas che è il collezionista più accanito, aveva infatti acquistato centinaia di dipinti del passato ma anche contemporanei come di Manet e Cézanne. La massima ispirazione? Se per Matisse ‘galeotto' fu Cézanne per Degas è senza dubbio Ingres. Nel suo studio ne aveva ben 22, tra cui il solenne "Monsieur de Norvins", ora nella collezione permanente della National Gallery. Sempre andando a ritroso, altre sale ospitano Joshua Reynolds,  collezionista di opere di Rembrandt, Bellini e Poussin. L'iter espositivo si chiude con Van Dyck, collezionista di opere del Tiziano, imprescindibile modello.

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