Dopo 50 anni torna alla luce il Dio fluviale di Michelangelo
Una scultura fragile di legno, argilla e lana. È il modello del Dio fluviale che Michelangelo Buonarroti realizzò intorno al 1524 e che oggi, dopo cinquant'anni di buio, torna a vedere la luce restaurato in tutto il suo splendore. Il Dio fluviale di Michelangelo è stato a lungo conservato a Casa Buonarroti a Firenze, anche se la proprietà appartiene all'Accademia delle Arti e del Disegno fiorentina e finalmente, in autunno, sarà visibile al pubblico in una mostra sul Rinascimento nella splendida cornice di Palazzo Strozzi. Si tratta di un modellino a grandezza naturale, l'unico conosciuto attribuibile a Michelangelo, e sarebbe dovuto servire da modello per una scultura delle divinità fluviali che il Buonarroti mai realizzò per decorare lo spazio ai piedi dei sarcofagi medicei nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo.
Il restauro, condotto dall'esperta Rosanna Moradei, in collaborazione con l'Opificio delle pietre dure, è stato realizzato grazie al contributo di oltre 30mila euro messo a disposizione dalla Fondazione Friends of Florence che, in più di un'occasione, ha contribuito a salvare capolavori dell'arte fiorentina. Data la natura dei materiali della scultura – legno, argilla e lana – particolarmente deteriorabili, il lavoro di restauro ha puntato soprattutto a una lenta ma profonda opera di consolidamento.
Una richiesta di papa Clemente VII a Michelangelo
L'uso di modelli a grandezza naturale era molto raro, soprattutto per Michelangelo, Nel caso della collocazione nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo, quel soggetto venne esplicitamente chiesto dal papa Clemente VII al Buonarroti, sperando che un modello a grandezza naturale potesse rendere più veloci i lavori delle sculture originali. E invece, proprio come spesso è accaduto nella storia dell'arte, proprio questo tentativo di velocizzazione dei lavori rimase inatteso e del Dio fluviale oggi non resta che il suo "modellino", non essendo mai stato realizzato nulla del complesso scultoreo immaginato da Clemente VII.