video suggerito
video suggerito

Donne in bikini: la moda del due pezzi risale addirittura all’epoca romana

“Troppo piccolo ed osceno”: così venne considerato il due pezzi quando, negli anni Cinquanta, iniziò ad essere ostentato con coraggio da attrici meravigliose ma anche da donne comuni. Sicuramente una rivoluzione e un primo passo verso la liberalizzazione dei costumi. Ma nulla di nuovo: le donne dell’antica Roma infatti, già quattro secoli prima di Cristo, conoscevano ed utilizzavano il “bikini”. Non per fare il bagno o prendere il sole, ma per fare esercizio fisico.
A cura di Federica D'Alfonso
486 CONDIVISIONI
Immagine

Già nel 1941, in "La donna dai due volti", vediamo una meravigliosa Greta Garbo indossare un costume a due pezzi in maglia nera che è rimasto nella storia: un costume da bagno molto simile a quelli intimo, ed è subito scandalo. Con Brigitte Bardot e i suoi bikini indossati a Saint Tropez e Cannes, l'audacia sarà in breve tempo di moda. Siamo negli anni Cinquanta, nasce l'ultima grande novità: il bikini. Ritenuto scandaloso, troppo esplicito, per molto tempo resta un tabù in Francia e in Italia. Le storie sull'invenzione di questo capo d'abbigliamento sono note, quasi tutti sanno il motivo del nome "bikini"; quello che non tutti sanno, è che non fu inventato allora. Il bikini fu una vera e propria rivoluzione, una rivoluzione che comincia però ben 2000 anni fa: nell'antica roma infatti, esso era indossato comunemente dalle donne, non per fare il bagno né per prendere il sole, bensì per fare esercizio fisico.

Il mito

La data ufficiale dell'invenzione del bikini è nota: nel 1946 due sarti francesi lanciarono uno dopo l'altro due modelli analoghi di costumi da bagno. Jacques Heim lo chiamò "atomo", pubblicizzandolo con lo slogan "il costume da bagno piu' piccolo del mondo". Louis Reard lo chiamò invece bikini , dal nome di un atollo nelle isole Marshall, nel Pacifico, dove nel 1946 erano stati fatti i primi esperimenti atomici. Più esplosivo della bomba atomica, ecco perché. Lo scalpore suscitato dalla sua comparsa non ha simili: si racconta che la prima ad indossarlo fu Micheline Bernardini, una spogliarellista di professione, visto che le modelle si erano rifiutate di farlo. "Troppo piccolo, è osceno e lascia vedere tutto il corpo". Così, il 5 luglio del 1946 alla piscina Molitor di Parigi fa la sua comparsa il due pezzi, e nel 1958 Brigitte Bardot lo porta sul grande schermo nel film "E Dio creò la donna". Ma una certa libertà si ebbe solo a partire dal 1963, quando la moda fu infine accettata e indossata anche dalle donne comuni, nelle spiagge di tutto il mondo.

Immagine

La storia

il mosaico di piazza Armerina, Sicilia
il mosaico di piazza Armerina, Sicilia

In realtà, l'idea di un costume composto esclusivamente da uno slip e da un reggiseno non era nuova. La testimonianza più curiosa è data da un mosaico conservato nella Villa romana a Piazza Armerina, ad Enna, in Sicilia. Risalente al IV secolo dopo Cristo, il mosaico della "Sala delle dieci ragazze", così ribattezzata proprio in loro onore, raffigura alcune donne occupate in esercizi ginnici: tutte rigorosamente in bikini. Le donne indossavano la fascia "subligaris" per coprire il seno, ed una specie di slip chiamato "subligar", soprattutto per fare sport. I costumi a due pezzi erano quindi indossati già nell'antichità, come risulta peraltro dal ritrovamento di urne, affreschi e mosaici di epoca greca e romana: i più antichi risalgono addirittura al 1400 a.C.

Immagine

Non è questa l'unica testimonianza degli usi (e dei costumi, è il caso di dire) romani antichi: nel "Gabinetto Segreto" del Museo Archeologico di Napoli, una sezione speciale dedicata esclusivamente alle opere a sfondo erotico e sessuale, troviamo una statuetta di marmo molto curiosa: una Venere in bikini dorato. La donna raffigurata è intenta a slacciarsi un sandalo per, forse, potersi immergere nell'acqua. La statua fu ritrovata a Pompei, nella casa di Giulia Felix (conosciuta anche come "la casa della Venere in bikini", appunto), datata fra 62 e 79 avanti Cristo, molto prima dunque anche delle nostre "atlete" in bikini.

la "Venere in bikini", Museo Archeologico Nazionale di Napoli
la "Venere in bikini", Museo Archeologico Nazionale di Napoli
486 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views