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Dodici Libri per lo Strega. Ecco la selezione finale del prestigioso premio

Ecco i dodici libri finalisti del premio Strega, la kermesse letteraria più famosa d’italia. Ce n’è per tutti: colti romanzi modernisti, Graphic Novel, favole nere, racconti sulla paternità, la ricerca interiore e epopee letterarie di grande spessore. Da Ovunque, Proteggici, di Elisa Ruotolo, alle vicende di Lisario nella Napoli Barocca.
A cura di Luca Marangolo
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Dopo l’ubriacatura dell’anno scorso che ha visto svettare fra gli altri concorrenti il romanzo di Walter Siti Resistere non serve a niente, torna sul palco sannita del San Marco di Benevento il premio più prestigioso, chiacchierato, contestato, amato e boicottato dell’Italia che legge. È il Premio Strega, finanziato dalla fondazione Bellonci, che ha presentato nella cornice beneventana  la dozzina dei titoli finalisti, i libri che concorreranno per l’ambito riconoscimento finale: una sorsata del miglior Strega, la stessa sorsata che Aldo Busi, l’anno scorso, si rifiutò a-priori di bere, ritirandosi dalla gara alla seconda selezione già  sicuro che una sua partecipazione alle finali avrebbe sbaragliato tutti.

Ma vediamo di presentare con ordine un po’ tutti i finalisti, noti e men noti, in modo tale che il Grande Pubblico possa seguire quest’appassionante gara da vicino, fra le righe, e possa magari leggere i libri prima che invadano gli scaffali d’Italia a traino del battage mediatico che tradizionalmente viene come un fiume in piena dopo la premiazione.

Iniziamo da Giuseppe Catozzella,  giornalista, editorialista, editor e scrittore, classe ‘75, che con Non dirmi che hai paura, racconta la storia del riscatto sportivo di un’atleta olimpica, Samia, nata e cresciuta a Mogadiscio, epicentro dell’instabilità politica di una Somalia funestata dalla miseria. E come in tutte le storie di riscatto e di sport, l’allenamento diventa ascesi e fonte di speranza, sullo sfondo delle recenti olimpiadi di Pechino che portano la protagonista, grazie ai primi successi ginnici, a intravedere una possibilità di salvezza.

Antonella Cilento invece invade le sue pagine di sogni barocchi ravvivando l’atmosfera fatata, picaresca e sognante del seicento napoletano con il suo Lisario o il piacere infinto delle donne.  Accolto con favore dalla critica, questo libro è scritto in maniera al contempo sontuosa e precisa, abbandonandosi all’evocazione del romanzesco ma anche tracciando con rigore i confini inconsci di una relazione sessuale ipertrofica fra il medico Avicente e la sua prima paziente  e poi moglie Lisario, muta, plebea e napoletana; una  gravidanza inattesa sarà il motore del fascino picaresco in cui esplode la seconda parte della storia, parabola di barocchissima gelosia, alla ricerca di un fantomatico padre.  Fra i favoriti.

Ma affrettiamoci che i titoli sono molti: c’è Gipi, il grande fumettista, che con il Graphic Novel Unastoria,  racconta le due storie parallele di un cinquantenne, scrittore, in piena crisi esistenziale, e un suo antenato,  eroe della Grande Guerra. E ancora: Antonio Scurati, propone un il viaggio sentimentale e confessionale del Padre infedele che è un romanzo sul disfarsi dell’amore e di tutto ciò che esso a costruito. La storia di un uomo che ha perso l’amore della moglie dopo la nascita del loro figlio. Giorgio Pessburger  con Storia umana e inumana propone invece un libro di prosa poetica, tenuto insieme più dall’energia della fantasia che non dalla linearità del racconto. Fra figure improbabili, lunghe digressioni sulle ascendenze ebraiche dell’autore, Pressburger trascina il lettore in una prosa immaginifica e riflessiva.

Anche Mario Munforte, come Scurati, sembra dedicare la sua scrittura alle coloriture esistenziali e agli aspetti critici implicati nella paternità. Nella casa di vetro, è infatti la cronaca in prima persona di un padre che in un flusso di pensieri scruta i suoi familiari, la moglie e i figli, indagando al sicuro nella sua mente, i loro vissuti e la loro esistenza, tessendo il racconto monologico della casa di vetro.

Le tonalità del romanzo storico invece abitano l’ultimo ambizioso lavoro di Francesco Piccolo, il desiderio di essere come tutti, un romanzo autobiografico che concentra l’attenzione sul mutamento dell’ideologia di sinistra a partire dagli anni settanta, una riflessione sul rapporto che lega politica e il vivere sociale, cercando di trasmettere dalle sue pagine l’humus che ha tenuto insieme una comunità per decenni.

Il giovanissimo e talentato Paolo Piccirillo, classe 1987, giunto alla sua seconda opera, ci propone una favola nera, il fosco racconto La terra del Sacerdote, fantasioso e graffiante, la storia di un prete che dapprima accoglie una donna, incinta, trovata nuda nel suo fienile, e poi vende l’anima ai suoi aguzzini, i fautori di un macabro traffico di organi sullo sfondo della guerra fredda.

Ed eccoci giunti agli ultimi tre titoli: Elisa Ruotolo, con Ovunque, proteggici  e poi Francesco Pecoraro, con La vita in tempo di pace  e Come fossi solo di Marco Magini. La Ruotolo propone un'epopea familiare che ha origine da un delitto, e narrata attraverso le reminiscenze del protagonista attorniato dalla trafila dei suoi familiari all’epoca del dopoguerra  e alle prese con la sopravvivenza.  Il romanzo della Ruotolo è stato salutato come un'opera di grande qualità letteraria, che raccoglie l’eredità di Marquez e struttura una storia avvincente e di grande respiro letterario: si tratta senza dubbio di uno dei favoriti. Marco Magini, 1985, economista e scrittore, narra la tragedia della strage di Sebrenica, una delle pagine più nere dell’ultima storia europea. Francesco Pecoraro  invece intesse un romanzo di ispirazione modernista dalla struttura coraggiosa, basato sullo stream of consciousness di un anziano signore che ripercorre la propria esistenza  nella sua mente all’aereoporto di Sharm el Sheik. Un'opera molto colta e formalmente coraggiosa, dalla stesura lunga, che potrà senza dubbio essere fra i favoriti.

È da segnalare quest’anno una grande novità: si tratta del Premio Strega Europa, una kermesse che ospiterà alcuni dei titoli più prestigiosi della letteratura europea di questo ultimo periodo: parteciperà Il sermone per la caduta di Roma di Jerome Ferrari, già vincitore del premio Goncourt, e ancora dalla Spagna Marcos Giralt Torrente con Il tempo della vita, Georgi Gospodinov dalla Bulgaria  con Fisica della malinconia, della scrittrice finlandese Rosa Liksom porta il suo Scompartimento n. 6 e  infine il tedesco Eugen Ruge In tempi di luce declinante.

Fra le immancabili polemiche che verranno, romanzi di più o meno reale interesse letterario e le altre amenità molto note che caratterizzano la vita del Premio Strega, la sua vetrina si è rimessa in moto. Adesso, chi non conosceva i libri che corrono verso l’ambito sorso di liquore non ha più scuse, deve solo leggere.

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