Documentari su Caravaggio sospesi dalla Rai: l’autore è per il ‘NO’ al Referendum
Una serie di documentari Rai su Caravaggio non potrà andare in onda prima del 4 dicembre perché il suo autore, lo storico dell'arte Tomaso Montanari, è membro del Comitato per il No. Pare che anche Alberto Melloni o Massimo Cacciari, che hanno firmato appelli per il Sì, non parleranno di storia della religione o di filosofia sulle radio e le televisioni pubbliche. Esonerato dai programmi chiunque abbia preso una posizione. Il regolamento da parte della Commissione di Vigilanza Rai però non è ancora consultabile, poiché verrà emesso domani.
Una norma non pertinente, che andrebbe bene per le politiche e le amministrative ma non per il referendum
Il succo è che si sta applicando un tipo di norma che si adatterebbe, a ragione, alle elezioni politiche e amministrative, impedendo a chi si trovasse in Tv per altre motivazioni di trarre vantaggio per i propri fini politici. Ma per il referendum risulta a dir poco eccessiva, se non ai limiti dell'assurdo. La questione è stata ben spiegata da Tomaso Montanari:
Perché è certo ragionevole impedire che un candidato tragga vantaggio dal fatto che la sua faccia è presente in televisione per motivi che non c'entrano con quella competizione elettorale: ma la stessa cosa, invece, non ha alcun senso quando si parla di un referendum che (purtroppo) divide il Paese in due enormi, quanto eterogenei, schieramenti. Leggo oggi su Repubblica che mercoledì scorso, a rigore, non avrei dovuto andare in onda come ospite di Italia, il nuovo programma di Santoro. Ma lì parlavo dell'uso del territorio e del patrimonio artistico, cercando di opporre un'alternativa al ‘pensiero' di Flavio Briatore: e cosa diavolo c'entra tutto ciò con la campagna referendaria?
Ma la par condicio?
Non solo la sospensione di programmi culturali risulta incredibile ma, se si guarda a quanto accade, si può constatare che i criteri della par condicio non sono affatto equi. Ancora una volta lo storico dell'arte ci ricorda come, invece, proprio il Presidente del Consiglio Renzi potrà tranquillamente approfittare della ricorrenza del cinquantenario dell'alluvione di Firenze per esortare al Sì. Aggiunge Montanari:
Un solo esempio: il prossimo 4 novembre si celebra il cinquantesimo anniversario dell'alluvione di Firenze. Renzi presiederà le celebrazioni istituzionali, e contemporaneamente aprirà proprio a Firenze la Leopolda del Sì: in un inestricabile intreccio mediatico tra ragioni di tutti e ragioni di parte. È un'intollerabile prepotenza: l'ennesimo frutto avvelenato del fatto che è il potere esecutivo a imporre e a gestire la riforma del potere legislativo, e della Costituzione di tutti. Alla faccia della, sia pur minima, par condicio nella comunicazione.
Domani, in ogni caso, il regolamento della Commissione di Vigilanza Rai, dovrebbe essere ufficialmente consultabile. Si andrà così alla ricerca di un dettaglio, di un tassello mancante, che possa offrire una logica plausibile a questa inopportuna censura.