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Digital Life 2014: la mostra PLAY suona a Testaccio

È “Play” il titolo della nuova edizione di Digital Life: fondendo arte e tecnologia, 10 installazioni sonore e interattive risuonano negli spazi de La Pelanda a Testaccio fino al 30 novembre.
A cura di Gabriella Valente
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Il suono e l’interazione, questi gli elementi su cui gioca PLAY, la quinta edizione di Digital Life, che mostra, nell’ambito del Romaeuropa Festival, gli stupefacenti risultati delle connessioni tra arte e nuove tecnologie.

Fino al 30 novembre La Pelanda al MACRO di Testaccio sarà luogo di esperienze artistiche e percettive d’avanguardia. Dieci installazioni compongono la mostra, installazioni di grandi dimensioni, possenti e pesanti oppure evanescenti e intangibili, ma in tutti i casi installazioni sonore che si rivelano dunque degli enormi ed avvincenti strumenti musicali d’artista.

Pietro Pirelli, Arpa di luce
Pietro Pirelli, Arpa di luce

Melodie, voci, suoni e rumori riempiono gli spazi de La Pelanda insieme a fasci di luce, led, macchinari dal sapore antico e strutture dal carattere sperimentale. L’elemento di interattività accomuna quasi tutte le opere, facendo della mostra un’esperienza inconsueta e coinvolgente. È il visitatore che mette in play l’opera: per esempio, può farlo in certi casi camminando accanto all’installazione, altrove con il movimento delle braccia, in un altro caso dondolando su un’altalena o muovendo un grande pendolo che cala dal soffitto. In PLAY il visitatore smette di essere tale, smette il suo ruolo passivo, e diventa l’innesco che aziona l’opera d’arte.

Leonore Mercier, Damassama
Leonore Mercier, Damassama

Così, sul piccolo palco progettato da Zahra Poonawala e popolato di amplificatori, gli speaker seguono il movimento del visitatore che risulta avvolto dalla melodia. Nell’anfiteatro di Leonore Mercier un’orchestra di campane tibetane dotate di speciali sensori, che leggono i movimenti delle braccia e muovono i martelletti delle campane, trasforma il visitatore in un direttore d’orchestra. È un’arpa virtuale e reale, quella di Pietro Pirelli, composta da undici suggestive corde di luce che attraversano la sala da un’estremità all’altra e che i visitatori sono chiamati a suonare. Dondolarsi sull’altalena diventa un modo per far risuonare di melodie sofisticate il macchinario complesso di Veaceslav Druta; fasci di luce luminosi e scosse elettriche si attivano al passaggio del pubblico nell’installazione di Alexander Burton, mentre l’antico telaio di Kingsley NG riproduce suoni di epoca industriale in relazione ai movimenti delle mani che lo sfiorano.

Andrè & Michel Décosterd, Cycloid-E ©Xavier Voiro
Andrè & Michel Décosterd, Cycloid-E ©Xavier Voiro

Scultura cinetica dal movimento autonomo è invece l’installazione di André e Michel Décosterd che, tra design e sound design, espongono un grande oggetto caratterizzato da un movimento vorticoso cui è associata una serie di suoni. Rumori forti e risultato caotico ma ritmato per l’Orchestra Stocastica di Donato Piccolo che ha assemblato oggetti quotidiani ed elementi meccanici per creare spiazzanti strumenti sonori e cinetici. Un assemblaggio anche quello presentato da Douglas Henderson, creatore di una Torre di Babele di speaker che trasmettono frasi in lingue diverse, come in un coro polifonico.

HeeWon Lee, 108
HeeWon Lee, 108

Un complesso lavoro di programmazione caratterizza infine 108, l’opera di HeeWon Lee che ha installato 108 carillon programmati elettronicamente per riprodurre suoni e generare parole che vengono visualizzate su un grande schermo ed affrontano il tema dell’abbandono dei minori. Altri lavori si troveranno in una sezione ulteriore della mostra, pensata per gli spazi di Palazzo M a Latina dove esporranno, dal 16 ottobre al primo novembre, Daniele Spanò, Pietro Pirelli e Noidea Lab.

Digital Life, come sempre, presenta artisti di diverse nazionalità, toccando questa volta l’Italia e la Francia, la Svezia, la Moldavia e la Polonia, gli Stati Uniti, il Canada, la Corea del Sud e la Cina. La felice collaborazione della Fondazione Romaeuropa con Le Fresnoy-Studio national des arts contemporains, inaugurata l’anno scorso, è confermata anche per l’attuale edizione, che vede la collaborazione inoltre della BIAN-Biennale International Art Numérique, oltre che del MACRO e di Roma Capitale.

Alexander Burton, Artificiel
Alexander Burton, Artificiel

Novità di Digital Life 2014, in linea col tema sonoro e col titolo PLAY, è un fitto programma di eventi che affianca al percorso espositivo diverse performance di musica, danza, elettronica e video. Tutte le informazioni di questo “festival nel festival” sono consultabili sul sito romaeuropa.net.

Immagine principale: HeeWon Lee, 108 – Le Fresnoy

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