Diddy non si arrende e chiede ancora di uscire su cauzione, nel mentre arriva una nuova denuncia
Il rapper P Diddy è in carcere dal 16 settembre e a quanto pare è lì che vogliono che rimanga fino alla fine del processo. Accusato di violenze, stupro, traffico sessuale e favoreggiamento alla prostituzione, si trova ora al Metropolitan Detention Center di Brooklyn, l'unica prigione federale di New York. A metà settembre i suoi legali avevano già provato a chiedere l’uscita su cauzione del rapper con il pagamento di 50 milioni di dollari. Richiesta che era stata però rifiutata perché i giudici temevano che fuggisse, provasse a inquinare le prove e commettesse nuovamente i crimini di cui è accusato. Dopo giorni intensi, in cui il rapper era stato messo sotto sorveglianza perché considerato a rischio suicidio e aveva smesso di mangiare per paura di essere avvelenato, i suoi legali hanno depositato una nuova richiesta di uscita su cauzione.
La nuova richiesta di cauzione
La precedente richiesta depositata prevedeva 50 milioni di dollari di cauzione. Ora i suoi legali hanno aggiunto alcune clausole per provare a convincere i giudici a farlo uscire. Se la richiesta dovesse essere accettata, gli avvocati promettono che Diddy si sottoporrà a test antidroga settimanali e che potranno fargli visita solo pochi selezionati che non sono considerati complici e che non rischiano di intralciare l’andamento del processo. Inoltre, dato che sulla testa di Diddy al momento pendono 12 accuse di violenze e stupri, gli avvocati hanno assicurato che il rapper non potrà avere contatti con nessuna donna oltre i membri della famiglia e le madri dei suoi figli. Da pochi giorni lo stato di sorveglianza anti-suicidio è stato disattivato e l’avvocato Agnifilo afferma che lo stato mentale di Diddy sia “notevolmente positivo”. Combs si starebbe infatti concentrando sulla preparazione della sua difesa in vista dell’udienza del 9 ottobre in cui pare deporrà.
La nuova denuncia di violenze
La richiesta arriva però insieme a una nuova denuncia depositata dalla dodicesima donna che accusa Sean Combs di averla violentata. Non si conosce l’identità della vittima, che ha chiesto di rimanere anonima, ma i media americani affermano che si tratti di una modella e imprenditrice della Florida. I fatti esposti dalla donna risalirebbero a un periodo compreso tra il 2021 e il 2022. Secondo quanto da lei riportato, Diddy e i suoi uomini l’avrebbero costretta ad esibirsi in “spettacoli” privati e obbligata ad assumere droghe e alcol. Di questi incontri la donna ricorda poco, proprio a causa delle droghe, ma afferma di essersi risvegliata coperta di lividi e ferite. Per convincerla a prendere parte a questi “spettacoli” avrebbero usato un “linguaggio coercitivo e molesto”. Combs l’avrebbe inoltre fatta seguire e minacciata con le registrazioni dei loro incontri sessuali. Secondo la donna, lo scopo del rapper era quello di “controllarne le azioni e l’autonomia e limitarne la libertà di parola attraverso molestie, intimidazioni e altri mezzi”, racconta infatti che Diddy avrebbe fatto in modo di renderla economicamente dipendente da lui. Dopo le violenze subite la donna è rimasta incinta e sarebbe stata minacciata dall'allora partner di Diddy, Yung Miami, con il fine di convincerla ad abortire, minacce risultate poi inutili dato che ha avuto un aborto spontaneo.