Decifrato dopo quarant’anni un papiro di 1500 anni fa. Si tratta di un’antica Bibbia
Una tecnologia all'avanguardia ha finalmente permesso agli studiosi di leggere uno dei rotoli più antichi della religione ebraica: il frammento riporta i primi versi del Levitico, il terzo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana. Composto da 27 capitoli scritti in ebraico, il libro contiene le leggi religiose e sociali che Mosè diede al popolo ebraico durante il soggiorno nel deserto del Sinai. Il rotolo era stato rinvenuto nel 1970 tra le ceneri dell'antica sinagoga di Ein Gedi, località sulle rive del Mar Morto, fra Masada e le grotte di Qumran. Il manoscritto di Ein Gedi era stato all'epoca uno dei ritrovamenti più significativi: risalente a quasi 1500 anni fa, si inserisce nella fortunata serie di reperti trovati nelle valli intorno al Mar Morto, che contano più di 900 documenti divisi in "biblici", "apocrifi" e "settari", riferiti cioè a particolari comunità presenti nella zona. Un documento di eccezionale valore storico dunque, unico nel suo genere, ma fino ad oggi completamente illeggibile: il frammento è infatti completamente carbonizzato, e per questo impossibile da decifrare.
"È completamente carbonizzato perché la sinagoga di Ein Gedi venne distrutta dalle fiamme, e con essa l'arca e la Bibbia che vi era conservata", ha spiegato Pnina Shor, direttrice dell'agenzia israeliana per i beni archeologici. Con l'ausilio di una particolare tecnologia digitale però, è stato possibile "srotolare" in modo virtuale l'antico papiro, decifrare i primi otto versi ed identificarli con quelli del Levitico.
Il Signore chiamò Mosè dalla tenda del convegno e gli disse: "Parla agli Israeliti e riferisci loro: quando uno di voi vorrà fare un'offerta al Signore…
I "manoscritti del Mar Morto", come viene identificata la serie di documenti rinvenuta nella zona, appaiono scritti in ebraico, aramaico e greco, per lo più su pergamena e più raramente su papiro. Sono datati fra il 150 avanti Cristo e il 70 dopo Cristo, quando Gerusalemme e il suo Tempio vennero distrutti dall'esercito romano. Il manoscritto di Ein Gedi è dunque importantissimo, non solo perché è uno dei pochi reperti conservati su papiro, materiale estremamente delicato, ma anche perché risalirebbe addirittura al VI secolo avanti Cristo. "Risale a 1500 anni fa ed è il primo documento del genere di cui disponiamo, a parte i manoscritti del Mar Morto, che risalgono alla fine del secondo Tempio", ha spiega Shor. "Non avevamo altro e poi, nel 1970, abbiamo trovato questi frammenti, rimasti per quarant'anni indecifrabili".
All'eccezionale studio ha partecipato anche l'archeologo Sefi Porat, membro della squadra che scavò le rovine di Ein Gedi nel 1970. Dopo quarant'anni, ha festeggiato anche lui questo grande traguardo: "Abbiamo tentato in tanti modi in questi anni, ma tutto è stato inutile. Continuavo ad avere speranza, ma era sempre più ridotta al lumicino. E questa è un'altra lezione: non si deve mai perdere la speranza".