Danza: un anno fa è scomparsa Maya Plisetskaya
Maya Plisetskaya, protagonista indiscussa del balletto del Novecento, ci ha lasciati l'anno scorso con un'eredità artistica e culturale impareggiabile. Soprattutto se si pensa a quanto la politica del suo paese e la diva moscovita si siano amati reciprocamente, rispettandosi fino in fondo con i funerali di Stato dello scorso anno presenziati da Vladimir Putin in persona. Tema assai caro alla Tersicore russa, evidentemente impegnata politicamente tutta la vita, quanto basta per essere annoverata tra le etoile russe più amate dal regime negli anni sovietici, tanto che la sua fama come ballerina nazionale venne spesso utilizzata per la propaganda dell'URSS durante la Guerra Fredda. Fu Nikita Krusciov ad annullare il divieto di viaggiare per l'etoile nel 1959, considerandola la migliore ballerina del mondo. Da notare che Maya Plisetskaya aveva sempre rifiutato di scappare dal suo paese, anche negli anni bui, quando molti dei suoi colleghi approfittavano delle tournèe per rifugiarsi in Occidente, compresi partner illustri che con lei avevano interpretato i maggiori titoli del repertorio conditi da successo e popolarità come Rudolf Nureyev, Natalia Makarova e Mikhail Baryshnikov. Tra i suoi ultimi incarichi nel 1996 quello di Presidente del balletto imperiale russo, a coronamento di una vita dedicata alla danza con passione ed abnegazione.
Personaggi di chiara fama e titoli di successo a cornice di una carriera inimitabile
La storia di Maya Plisetskaya comincia a soli nove anni, presso la scuola di ballo del Teatro Bolshoi di Mosca con Elisaveta Gerdt, figlia del primo interprete assoluto de La Bella addormentata Pavel. Una coincidenza comune a tutte le compagne di corso dell'allora giovanissima Maya che però, a differenza di varie generazioni di ballerine, ha saputo imprimere ad ogni sua interpretazione il proprio sigillo talentuoso. Da lì il passo verso l'Olimpo coreutico è stato davvero brevissimo, affiancando il proprio nome a quello di Galina Ulanova nel palmares della Prima Ballerina Assoluta del moscovita Teatro Bolshoi, riconoscimento esclusivo riservato a Maya Plisetskaya subito dopo l'abbandono delle scene della sua celebre collega. La permanenza pressoché costante sulla scena del Teatro Bolshoi ha consentito a Maya Plisetskaya di misurarsi sull'intero repertorio di balletto classico, da Don Chisciotte e Raymonda a Il Lago dei cigni e Spartacus, passando per La fontana di Bachisarai ed Il fiore di Pietra, oltre che per i titoli scritti appositamente per lei dal marito compositore Rodion Scedrin quali Carmen Suite, Anna Karenina ed Il gabbiano. Senza dimenticare La rose malade di Roland Petit ed Isadora di Maurice Bejart, preambolo dell'ultimo capolavoro pensato e coreografato apposta per il suo saluto alle scene: Ave Maya di Maurice Bejart, un omaggio ai limiti tra l'umano e l'etereo rivolto alla diva che ha incarnato il ruolo della ballerina più di tutte, soprattutto oggi nel suo primo anniversario dall'ultimo battito d'ali.