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Danza: settant’anni anni fa Roland Petit creò Jeune homme et la mort

Il 25 giugno 1946 fu rappresentata per la prima volta al Theatre des Champs-Elysèes di Parigi il Jeune homme et la mort di Roland Petit su libretto di Jean Cocteau e musiche di Johann Sebastian Bach.
A cura di Massimiliano Craus
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Jeune homm et la mort, ph. Simone Donati
Jeune homme et la mort, ph. Simone Donati

Era l'immediato dopoguerra ed a Parigi uno sparuto gruppo di artisti pensava a come mettere in scena una coreografia che potesse essere esistenzialista sulla falsariga del coevo cinema realista. In quel 1946 si voleva raccontare una tranche de vie figlia legittima della cultura francese del tempo così, in un batter di ciglio, Roland Petit trasferì in coreografia l'idea letteraria di Jean Cocteau senza preoccuparsi di cercare una musica adeguata. Fino alla scelta della Passacaglia in do minore senza fuga orchestrata dal compositore italiano Ottorino Respighi da ripetere per tre volte. Solo in quel preciso momento nacque il Jeune homme et la mort che conosciamo e reputiamo all'unisono quale una delle pagine più importanti del repertorio della danza del Novecento. Non tanto per la coreografia in sé per sé, quanto per il piglio letterario di quei francesi protagonisti dietro ed avanti le quinte del Theatre des Champs-Elysèes e della compagine di balletto omonima.

Jeune homme et la mort: libretto di Jean Cocteau

Jeune homme et la mort, ph. Simone Donati
Jeune homme et la mort, ph. Simone Donati

Spesso la storia del repertorio di balletto ci ha insegnato a riconoscere i titoli salienti attraverso i nomi ed i cognomi che accompagnano la prima rappresentazione. Si citano in ordine il librettista, il coreografo, il compositore, il luogo e la data della prima rappresentazione del balletto in oggetto. In questo scorrere veloce di nomi il coreografo esercita tuttavia un peso specifico ben maggiore rispetto ai compagni di ventura, alternandosi con il compositore per la paternità o maternità assoluta nella valenza del balletto in seno al repertorio. In questo caso specifico del Jeune homme et la mort è assolutamente il librettista il responsabile del successo, quel Jean Cocteau audace letterato al servizio di Tersicore con una vicenda che ha segnato il suo stesso tempo storico. Il dopoguerra ha giocato inevitabilmente il suo "fascino" irresistibile ma Jean Cocteau ha saputo dare oltremodo respiro ai contenuti, delegando al connazionale Roland Petit la messinscena successivamente arricchita dallo spartito di Johann Sebastian Bach.

La prima rappresentazione del Jeune homme et la mort

Jeune homme et la mort
Jeune homme et la mort

Un giovane corteggia invano una ragazza che non ricambia minimamente il suo interesse. Quando poi si incontrano, il ragazzo la supplica a seguirlo ma lei, in tutta risposta, lo insulta fino a provocarlo ed istigarlo al suicidio. Quando il giovane "obbedisce" suicidandosi, lei gli copre il volto con una maschera portandolo in giro per i tetti della città a mo' di vessillo della conquista. Quattro righe per un'idea che è divenuta ben presto geniale ed emblematica di un tempo in cui si stavano pian piano superando i vincoli imposti da Sergeij Diaghilev e dai suoi Ballets Russes. In questi anni tornavano in scena i balletti narrativi ad ampio spettro quali Romeo e Giulietta, Cenerentola e la Carmen dello stesso Roland Petit di soli tre anni successiva al Jeune homme et la mort. Un titolo interpretato per la prima volta da altri due francesi di primissimo piano quali Jean Babilée e Nathalie Philippart, con i costumi di Barbara Karinska e le scene di Georges Wakhevic sviluppati dalla solita idea dell'onnipresente Jean Cocteau. Per lungo tempo il Jeune homm et la mort fu il cavallo di battaglia di Jean Babilée che, una volta cedute le armi della scena, ha visto succedersi dai due russi Rudolf Nureyev e Michail Baryshnikov che lo interpretò accanto a Florence Faure nel film Il sole a mezzanotte. E poi Luciana Savignano, Luigi Bonino e Carlotta Zamparo quali italiani più accreditati a rappresentare il festeggiatissimo Jeun homme et la mort di questo giorno.

Jeune homme et la mort
Jeune homme et la mort, ph. Simone Donati
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