Danza: Maguy Marin nuovo Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia 2016
Esponente storica del teatrodanza francese, Maguy Marin è un'artista che con le sue opere ha aperto nuove strade all'arte contemporanea: il suo May B, nato su frammenti di testi beckettiani nel 1981 e ancora oggi rappresentato sulle scene di tutto il mondo, esprime la potenza drammatica del suo stile. Alla dimensione espressiva della coreografa francese pensa il Direttore Sieni proponendola per il premio alla carriera:
per il lavoro di ricerca attraverso il corpo e lo spazio, che di volta in volta è andato a costruire un atlante di scoperte dove il senso dell’arte ha rivelato la complessità dell’uomo contemporaneo, mettendo in relazione i sentieri dell’umano con gli spazi necessari della ricerca coreografica.
Tutto sommato potrebbe sembrare riduttivo associare una coreografa al suo titolo più rappresentato ma, proprio nel caso specifico di Maguy Marin ed il suo May B, l'accoppiata funziona a menadito nonostante lo scorrere del tempo e dell'altro successo planetario della sua Cendrillon. Noi per il prossimo due giugno avevamo pensato ad un servizio interamente dedicato alla coreografa di Tolosa, prossima a compiere sessantacinque anni, ma il direttore della sezione danza della Biennale Virgilio Sieni ci ha anticipato prestando il fianco al giusto riconoscimento ad una coreografa davvero fuori le righe. E pensare che proprio in queste ore la coreografa è impegnata al Teatro dell'Opéra di Parigi con Les Applaudissement ne se mangent pas, giusto per restare in tema di applausi.
La coreografia May B fu approvato da Samuel Beckett in persona in un caffè di Parigi nel 1981
Ricordo con emozione l'incontro che ebbi con l'elegante ed austero Samuel Beckett a Parigi. Ci vedemmo in un caffè dopo avergli spedito per posta il dossier del mio May B. Evidentemente la lettura di quei documenti lo ha interessato abbastanza da volermi parlare personalmente. In fondo il mio interlocutore, fino a quella incredibile primavera del 1981, era stato il suo editore come si usa fare di consuetudine. Lui fu gentilissimo e mi incoraggiò ad essere libera nelle coreografie. Decisi di ispirarmi ad Aspettando Godot, Finale di partita, Va e vieni e Tutti quelli che cadono. Le musiche di Franz Schubert so per certo che gli fossero di assoluto gradimento.
Con queste parole Maguy Marin ha sintetizzato il proprio approccio con May B, ricordando il beneplacito di Samuel Beckett ed il successo planetario del titolo. Trentacinque anni fa May B scosse le coscienze, riproducendo il malessere del vivere quotidiano con gestualità e contenuti nuovissimi in Francia ed in gran parte del mondo. Non a caso Maguy Marin è diventata ben presto l'icona del cambiamento, entrando con prepotenza nel novero dei nomi capaci di cambiare le regole del gioco. In quei frangenti il gioco si chiamava teatrodanza e la nostra ultima premiata alla Biennale di Venezia ne è stata una firmataria eccellente. Ad avvalorare gli indiscussi meriti della coreografa francese ci piace ricordare i suoi predecessori vincitori del riconoscimento veneziano: partendo dal 1995 con Merce Cunningham per proseguire ogni anno con personaggi illustri quali Carolyn Carlson, Pina Bausch, Jirí Kylián, William Forsythe, Sylvie Guillem, Steve Paxton ed Anne Teresa De Keersmaeker.