Danza: La Veronal al Napoli Teatro Festival: quinto viaggio di Morau sulle città del mondo
Al Napoli Teatro Festival Italia sbarca La Veronal, una compagnia spagnola fondata nel 2005 da Marcos Morau, coreografo formatosi tra Barcellona, Valencia e New York. Lunedì 8 giugno alla Piazza d’Armi di Castel Sant’Elmo va in scena Russia, titolo tra i cult de la Veronal di Marcos Morau. Il gruppo è composto da artisti provenienti da diverse discipline tra cui la danza, il cinema, la fotografia e la letteratura il cui obiettivo è la costante ricerca di una pluralità di mezzi espressivi capaci di creare linguaggi sempre nuovi. Il nome stesso de la Veronal è un omaggio a Virginia Woolf, a cui evidentemente Marcos Morau si ispira sovente, ed alla città di Verona. Veronal è, infatti, l’antidepressivo formulato proprio a Verona, con cui la scrittrice tentò il suicidio.
LA VERONAL DI MARCOS MORAU PER UNA GEOGRAFIA DELLA DANZA
Da qualche anno, la Veronal ha avviato un progetto sulle città e le nazioni del mondo. Ogni lavoro parte dalla scelta di un luogo con cui entrare in contatto a cui abbandonarsi: dopo averne catturato le suggestioni, gli spettacoli creano un’analogia tra danza e geografia. E’ ciò che è accaduto con Portland (2013), con la danese Kobenhavn (2012), Islandia (2012) e Siena (2013), un omaggio alla città italiana che ha offerto alla compagnia un nuovo sguardo sul Rinascimento. Un’inventiva alla Pina Bausch, pioniera del giro del mondo coreografico attraverso le residenze artistiche ormai arcinote nel repertorio del Novecento. Marcos Morau definisce la geografia un’astrazione, resa tuttavia concreta dagli esseri umani. Lavorare su delle creazioni geografiche gli comporta una riflessione sull’essere umano stesso per decifrarne il comportamento. Stati e città rappresentano così una rete di idee sulle quali poter costruire altre idee, creando un vero e proprio mondo, senza riprodurre più quello reale.
LA RUSSIA DI MARCOS MORAU AL NAPOLI TEATRO FESTIVAL
Russia è una sorta di road movie attraverso le vaste lande della Russia. In un’atmosfera sospesa e misteriosa, lo spettacolo narra per frammenti un viaggio attraverso terre fredde e desolate, fino al lago di Baikal, in Siberia. Unico elemento di scena una vecchia berlina ed otto interpreti. “Situato nel sud della Siberia – scrive Marcos Morau – Baikal è il lago più profondo del mondo. Se si prendesse il suo volume idrico e lo si mettesse sulla superficie della terra, lo spessore del pianeta aumenterebbe di venti centimetri. Russia è un road movie, appunto, un viaggio verso il lago Baikal. I protagonisti si trovano di fronte ad una strada ricoperta di neve che si immerge nella foresta. Sono costretti a stare insieme, chiusi in auto. Trascorrono la notte ascoltando programmi radiofonici. La strada li conduce molto vicini al lago, tuttavia non lo vedranno mai. Russia è una rappresentazione geografica della paura.” Il testo e la drammaturgia di questa Russia è frutto, tra gli altri, di una collaborazione già collaudata da tempo, con El Conde de Torrefiel diretto da Pablo Gisbert. Amici sin dall’infanzia, Morau e Gisbert hanno poi percorso strade differenti con il secondo impegnato sul teatro così, pian piano, Gisbert è divenuto il genio della drammaturgia de la Veronal, soprattutto nel dare alle idee astratte una forma concreta in gesti e movimenti. Si precisa a più riprese anche la partecipazione di Roberto Fratini, studioso italiano residente a Barcellona nelle vesti di consigliere artistico di Marcos Morau.
MARCOS MORAU PER LA PRIMA VOLTA A NAPOLI
“Per me è molto importante esportare il mio punto di vista in altre realtà artistiche precisa il coreografo-regista Marcos Morau. – La mia compagnia è come la mia famiglia, ci conosciamo bene e tracciamo lo stesso percorso. Adoro il palcoscenico, mi piacerebbe approdare nel mondo dell’opera che contiene molte delle arti sulle quali già lavoro. In realtà non sono un danzatore, provengo dal teatro e dalla fotografia, ho quindi inventato un linguaggio per comunicare con i ballerini della mia compagine. Abbiamo codificato un metodo complesso in cui il danzatore, stimolando la sua immaginazione, crea materiale con il proprio corpo. E Napoli mi sembra una città ospitalissima per tutte queste mie inclinazioni così ho accettato di buon grado di venire al Napoli Teatro Festival.” Che Russia diventi, così, tappa iniziale di un viaggio con Napoli all’altro capolinea? Sarebbe un risarcimento per la città partenopea che fu scelta da Pina Bausch (in occasione del Nur du del 2002 al Teatro di San Carlo) per un nuovo titolo proprio sulla città, mai più realizzato per la morte della straordinaria coreografa tedesca.