Danza: “La Tempesta” apre la stagione DAB17 del Teatro Pubblico Pugliese
Ormai ci siamo, sta per ricominciare a Bari una stagione di danza contemporanea coi i fiocchi. Stavolta è possibile giocare con le parole e presentare una stagione di danza con i fiocchi di neve di un inverno tra i più rigidi degli ultimi tempi e con la costa barese innevata per più giorni, proprio a ridosso della prima del DAB17. E quale titolo migliore per cominciare con le avverse condizioni climatiche se non "La Tempesta"? Beh, qui anche William Shakespeare ci ha messo del suo, celebrato l'anno scorso in ogni dove ma con una coda molto manierata in scena al Teatro Abeliano di Bari il 18 ed il 19 ad opera del coreografo e regista Domenico Iannone e la sua compagine Altradanza. Cinque elementi sul palcoscenico con le musiche inedite di Grazia Bonasia, la drammaturgia di Cinzia Mela, i costumi di Michele Napoletano e la consulenza del lighting designer Fabio Rossi a servizio di uno dei titoli shakespeariani più complessi da trasferire coreograficamente all'esigente pubblico barese. Ci piace, a questo proposito, riconoscere la versatilità delle programmazioni scorse proposte dal Teatro Pubblico Pugliese in tutto il territorio regionale sviluppando una rete sempre più credibile che, a ragion veduta, ha emancipato il proprio pubblico fino a condividerne risultati riconosciuti dagli addetti ai lavori italiani e stranieri.
"Vi spiego la mia Tempesta a metà tra Shakespeare ed il borgo medioevale di Bari"
Domenico Iannone, coreografo e regista barese con un passato di interprete nei maggiori teatri italiani, ci racconta la genesi de "La Tempesta" e delle sue incredibili commistioni tra le pagine del Bardo e le vicende storiche di Isabella d'Aragona.
Il progetto è concentrato sui personaggi di Prospero, Miranda, Calibano, Ferdinando e Ariel attraverso l'approfondimento delle ragioni e delle credulità divinatrici. Caratteristiche peculiarità del drammaturgo inglese che scava nei suoi personaggi mettendo a nudo le reali e intrinseche debolezze degli animi. In questo allestimento de "La Tempesta", l'approfondimento e la trascrizione muta del racconto, necessita di approfondite ricerche sonore legate alla composizione di passi, legazione e figurazioni che rendano il balletto una vera e propria opera letteraria. Lavorando a stretto contatto con storici, letterato e compositori ho potuto conoscere una storia nella storia de "La Tempesta", scoprendo un punto di vista anche barese delle vicende storiche grazie al personaggio di Isabella D'Aragona, duchessa di Bari per quasi venticinque anni. Da qui ne viene un'immersione a tutto tondo nelle pagine di William Shakespeare ma con un'appartenenza al nostro territorio incredibile e, soprattutto, avvalorata dalla collaborazione di tanti artisti che mi hanno accompagnato in questo viaggio a ritroso.
Gli spunti culturali de "La Tempesta" di Domenico Iannone godono del contributo letterario ed artistico offerto da un pool di professionisti delle arti e della storia con un progetto presentato dall'associazione "Arta", impegnata nella valorizzazione museale del territorio, "Il Mondo della Luna" diretto da Grazia Bonasia, specializzato nella ricerca ed esecuzione della musica dei compositori pugliesi dal XV secolo, e l'Archivio di Stato di Bari diretto da Antonella Pompilio. Qui Domenico Iannone non poteva farsi sfuggire l'opportunità di musicare la sua "Tempesta" con lo spartito inedito di Grazia Bonasia ed i costumi di Michele Napoletano, amplificando oltremodo l'interesse ai personaggi che nell'opera shakespeariana conducono direttamente alla storia pugliese ed al borgo medievale della città di Bari.
Nell'intento di trasferire il più possibile il libretto nel suo borgo natio, Domenico Iannone ha voluto arricchire le proprie scene con i costumi di Michele Napoletano, attore a costumista di teatro,
intento a raccontarci e concedersi un'ampia visone estetica e quasi modaiola dei protagonisti de "La Tempesta", identificando in Ariel e Calibano le ambigue bipolari strutture umani del Demonio/Demone, Vittima/Carnefice, Preda/Predatore, come da sempre accomuna l'intero sistema sociale. Proprio come il nobile Ferdinando, un giovane nobiluomo di gonfio potere genitoriale, pomposo, prorompente. Non ho potuto né voluto trascurare, nel profilo umano delle figure, l'eleganza manieristica e drammatica dell'opera.