Danza: 110 anni fa il sogno romantico della “Chopiniana” di Michel Fokine
Esattamente centodieci anni fa, al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, il coreografo Michel Fokine riadattò le musiche di Fryderyk Chopin per la sua "Chopiniana" con l'arrangiamento di Alexander Glazunov, compositore peraltro dell'ultimo balletto davvero romantico e dell'Ottocento "Raymonda". Nomi e cognomi determinanti in questo scorcio di tempo dunque, a cavallo tra di due secoli, con il graduale abbandono dei canoni tanto amati dei "ballettoni" appannaggio della rivoluzionaria nascita del fenomeno diaghileviano dei Ballets Russes. Ma procediamo con ordine. Michel Fokine amava lo spartito di Fryderyk Chopinp, peraltro già presentato nel 1893 dallo stesso Alexander Glazunov sottoforma di suite orchestrale col titolo "Chopiniana, Op. 46" per la direzione di Nikolai Rimsky-Korsakov. Un successo che non poteva sfuggire alla sensibilità del coreografo che puntò diritto al suo titolo nel 1907, infondendogli quell'allure capace di omaggiare il secolo precedente e l'idea romantica del balletto di Theophile Gautier, Maria Taglioni e di tutti gli altri protagonisti di quel tempo.
Con la trilogia di Piotr Ilich Ciaikovskij de "La Bella Addormentata", "Lo Schiaccianoci" ed "Il lago dei cigni" si raggiunse certamente l'apice dei valori romantici ma, al contempo, ci si avviava inevitabilmente alla rottura delle aspettative delle nuove generazioni di pubblico e critica. I titoli di balletto erano spesso definiti "ballettoni" per l'eccessiva durata ed articolazione dei libretti, con la sopraggiunta insofferenza alla scelta di costumi, scene e musiche. La sanpietroburghese "Raymonda" di Marius Petipa del 1898 fu probabilmente l'ultima goccia ed il vaso traboccò. In quest'ottica Michel Fokine accolse sornione le istanze dell'esigente pubblico non prima, però, di abbandonare il solco del passato con l'ultimo omaggio alle silfidi che furono di Filippo Taglioni nel 1832 ed August Bournonville nel 1836. Quelle silfidi erano protagoniste di un libretto e di un ballet blanc creato ad hoc mentre in Michel Fokine divengono il mero strumento astratto di un ricordo romantico, giusto in tempo prima della chiusura definitiva della sua quasi centenaria parentesi coreutica.
L'idea della "Chopiniana" del 1907 di Michel Fokine diverrà così un sogno concreto con "Les Sylphides" del 1909, balletto in un atto accolto immediatamente tra le braccia dell'impresario dei nascenti Ballets Russes Sergej Diaghilev. Quel passaggio consegnerà alla storia il titolo di Michel Fokine, straordinario coreografo di uno dei pas de deux più significativi del Novecento con il poeta romantico e sognatore al cospetto di uno stuolo di bianchissime silfidi. L'astrattezza dei contenuti in scena rispondevano al volere diaghileviano che caratterizzeranno ben presto il canovaccio usuale per buona parte del repertorio dei Ballets Russes, salvo straordinarie eccezioni ancora oggi rappresentate ovunque.
Il balletto "Les Sylphides" nella sua forma attuale fu presentato per la prima volta al Théâtre du Châtelet di Parigi il 2 giugno 1909 sempre dalla compagnia dei Ballets Russes di Sergej Djagilev. Questa è la prima esecuzione più famosa, che vedeva come solisti un cast straordinario del calibro di Tamara Karsavina, Vaslav Nijinsky nel ruolo del giovane poeta sognatore, Anna Pavlova e Alexandra Baldina. La prima esecuzione londinese avvenne alla Royal Opera House mentre negli Stati Uniti fu rappresentata una versione non autorizzata messa in scena al Winter Garden di New York il 14 giugno 1911, più incentrata sulle silfidi, con la presenza della sola Alexandra Baldina. La prima ufficiale statunitense dei Ballets Russes avvenne invece il 20 gennaio 1916 al Century Theater di New York con Lidija Lopuchova, interprete anche nella produzione non autorizzata di cinque anni prima, mentre Vaslav Nijinsky danzò nella rappresentazione del 14 aprile 1916 alla Metropolitan Opera. Michel Fokine tuttavia allestì il balletto anche per altre compagnie, danzando per alcuni anni egli stesso con la moglie Vera nei ruoli principali.