Danza: al Teatro Massimo di Palermo si omaggia Martha Graham
L'anno prossimo ricorre il venticinquennale della scomparsa di Martha Graham, madre americana della modern dance e di tutta una scuola, una tecnica ed uno stuolo di generazioni danzanti. Sviscerare il repertorio di Martha Graham in uno spettacolo od in una presentazione sarebbe impossibile, sia nei termini strettissimi della qualità dell'opera che dell'immane quantità. Ancora oggi, e probabilmente per lungo tempo ancora, ci si confronta sui fautori e gli oppositori della tecnica di Martha Graham a cui tutti, a prescindere dalle posizioni di sorta, non mancano di riconoscerle la maternità di un intero tempo di danza, un tempo di cui si conosce l'inizio ma nessuno osa prevederne la fine. Martha Graham, l'icona della danza del Novecento, la madre della danza moderna, la capostipite della ricerca dell'integrità umana è in realtà la faccia americana della stessa medaglia di cui la parte europea è rappresentata da Mary Wigman, in un ambito essenzialmente di ribellione alla razionalità ed alla civilizzazione della società moderna. Martha Graham ha elaborato nel tempo una sua fisionomia artistica e tecnica, stringendo collaborazioni eccellenti come, ad esempio, Louis Horst nella consulenza musicale ed Isamu Noguchi in quella scenografica. La copiosa mole di ballerini in giro per il mondo ne rappresenta, infine, la permeabilità del proprio insegnamento a tutte le esperienze dell'universo coreutico. Proprio quello che si è proposto a Palermo in questi giorni, un universo fitto di stelle provenienti da ogni dove per portare alla ribalta italiana tre degli insegnamenti maggiori di Martha Graham.
Diversion of Angels, Acts of light e The rite of spring in scena al Massimo di Palermo
La fusione di due ensemble così lontane e diverse tra loro è una sperimentazione a carattere laboratoriale che starebbe nelle corde proprio di Martha Graham, il collant di questi giorni tra la Compagnia di Balletto del Teatro Massimo di Palermo e la Martha Graham Dance Company. Dal 10 al 15 novembre nella Sala Grande del Massimo si osa con parte del repertorio di punta della Graham, rievocando tre titoli della storia della modern dance americana e mondiale. A cominciare da Diversion of Angels, su musiche di Norman Dello Joio, rappresentato per la prima volta a New London nel 1948. Il titolo è tratto da un poema di Ben Bellitt ed è un balletto lirico sulla giovinezza, il piacere e la delusione tipici dei primi innamoramenti. Non è un caso che si apra la serata con Diversion of Angels in quanto, da più autorevoli parti, lo si definisce il manifesto del fascino e dell'eleganza made in Graham. Qui gli interpreti sono i danzatori del Corpo di Ballo palermitano, che si misurano con una fetta significativa della storia della danza del XX secolo, con l'opportunità di omaggiarne i significati culturali e coreutici. Nello specifico del Diversion of Angels, The Couple in White sono le coppie dei due cast Romina Leone e Daniele Chiodo intervallate da Simona Filippone ed Andrea Mocciardini. Stessa alternanza in The Couple in Red per le coppie Francesca Bellone e Riccardo Riccio e Jessica Tranchina con Fabio Correnti. Infine The Couple in Yellow con Giorgia Leonardi e Vito Bortone alternati ad Alessia Pollini con Alessandro Cascioli. In seconda battuta si propone Acts of Light, su musiche di Carl Nielsen, rappresentato per la prima volta a Washington nel 1981. Qui portano in scena Conversation of Lovers con la presenza dei volti noti della Martha Graham Dance Company, e soprattutto Lament, interpretato da Elisa Arnone e Francesca Arnone, quale testimonianza fattiva della fusione delle due compagini nel nome di Martha Graham. In nome soprattutto del suo lascito in quanto, non ce ne voglia nessuno, ci verrebbe da dire che con Acts of Light siamo al cospetto di una vera e propria lezione di danza sulla inconfondibile tecnica Graham. Infine The Rite of Spring, nato sullo spartito di Igor Stravinsky nella nuova produzione di Janet Eilber. Il balletto è stato rappresentato in prima persona da Martha Graham nel 1930, quando la versione di Leonide Massine del 1920 è stata eseguita a Philadelphia, sotto la direzione di Leopold Stokowsky, con la stessa Martha Graham ad esibirsi nel ruolo del Prescelto. E' nel 1984 che la novantenne Martha Graham riprese La sagra della primavera per una nuova produzione per il New York State Theater, raccogliendo unanimi consensi di critica e pubblico. Pubblico che può essere informato su cast, date e titoli cliccando qui e gustarsi in anteprima altre foto di Rosellina Garbo. La rappresentazione "palermitana" di questo titolo è appannaggio dei danzatori della compagnia ospite, a chiusura di sei serate di altissimo spessore artistico e culturale, quale uno degli innumerevoli omaggi all'arte ed al pensiero di Martha Graham, madre di tutti i papabili genitori della danza novecentesca.