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Daniel Pennac a Napoli: “I tagli ci costeranno caro”

Incontro con Daniel Pennac in occasione del suo intervento alla conferenza delle “Giornate per la cultura”
A cura di Luca Marangolo
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Daniel Pennac

A margine del terzo ed ultimo incontro delle “giornate per la cultura”, organizzate dall'assessore Di Nocera per discutere dell'indirizzo da dare alle politiche culturali della città di Napoli, abbiamo incontrato Daniel Pennac, uno degli scrittori francesi più popolari in Europa, per chiedergli le sue opinioni sul senso dell'attività culturale oggi.

Pennac ha alle spalle una carriera di romanziere molto fitta, valorizzata da un grande successo di pubblico e dall'approvazione della critica. Romanzi che hanno avuto il merito di discutere delle differenze sociali, di indagare i rapporti fra le differenti classi e anche le diverse etnie.

Ha da sempre affiancato a questo lavoro di scrittore un'attività di divulgatore culturale, promotore del ruolo della letteratura nell'educazione civile: impegnato in prima persona come educatore per quasi trent'anni, Daniel Pennac ha ottenuto anche, da pochi giorni, una laurea ad honorem in pedagogia all'università di Bologna.

Fra le sue opere si possono ricordare testi di grande successo anche da noi in Italia, ad esempio i libri del ciclo noto come Il quartetto di Belville: Au Bonheur des Ogres (1985), La Fée Carabine (1987) e La Petite Marchande de prose (1989), Mr. Malaussène (1995). Tutti romanzi in cui Mr. Malaussène, un bouc èmissaire, un “capro espiatorio”, si trova coinvolto in intricate vicende giallistiche.

A prescindere dal valore e dal successo dei suoi scritti, Daniel Pennac è un testimone di interesse della vita culturale d'oggi, per la passione lucida che ha messo in tutto ciò che ha fatto.

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