Daniel Oren torna al Teatro di San Carlo di Napoli con “Adriana Lecouvreur” di Cilea
A Napoli si respira un'aria autunnale di ricordi e ritorni. Con "Adriana Lecouvreur" il Teatro di San Carlo infatti punta l'occhio di bue sul passato glorioso del titolo e dell'immane lavoro artistico e culturale che gli ha sempre aleggiato intorno. Ritorna dunque l'amatissima bacchetta di Daniel Oren a braccetto con l'Adriana che fu dell'indimenticata ed indimenticabile Daniela Dessì, a cui è stata dedicata questa produzione sancarliana per l'ultimo trascorso del 2003. E così l'appassionato loggione sancarliano potrà rituffarsi nel dramma in quattro atti della Comédie-Francaise settecentesca. Rappresentata per la prima volta al Teatro Lirico di Milano nel 1902, "Adriana Lecouvreur" fu composta da Francesco Cilea su sollecitazione dell’editore Sonzogno. Il titolo arrivò poi a Napoli nel dicembre 1903 e da allora venne ripreso ventidue volte, con grandissimi interpreti ad alternarsi nei ruoli principali quali Ebe Stignani, Beniamino Gigli, Tito Gobbi, Maria Caniglia, Magda Olivero, Renata Tebaldi, Giulietta Simionato, Ettore Bastianini, Raina Kabaivanska, Montserrat Caballé, Daniela Dessì, Franco Corelli, José Carreras per citarne solo alcuni. Il libretto di Arturo Colautti si ispira a personaggi realmente esistiti, filtrati attraverso l'omonimo dramma di Eugene Scribe ed Ernest Legouvé. Il personaggio centrale del dramma è Adrienne Lecouvreur, una delle attrici più importanti della Comédie-Française vissuta tra 1692 e il 1730, grande interprete dei testi di Jean Racine e Pierre Corneille, amica e amata anche da Voltaire. La morte avvenne per cause rimaste misteriose, ma Francesco Cilea preferì fornire la versione, ben più teatrale, della morte per avvelenamento, avvenuta per mano della sua rivale in amore. Le sette rappresentazioni partenopee di questa produzione del 2003 sono appannaggio della regia di Lorenzo Mariani e delle scene e costumi di Nicola Rubertelli e Giusi Giustino. La produzione del Teatro di San Carlo, che si avvale tra l'altro delle luci di Claudio Schmid e della coreografia di Michele Merola, vedrà alternarsi un cast internazionale, con artisti del calibro di Barbara Frittoli (in sostituzione di Anna Pirozzi) e Svetla Vassileva (Adriana Lecouvreur); Marcello Giordani (in sostituzione di Fabio Sartori) e Gustavo Porta (Maurizio); Luciana D’Intino e Marianne Cornetti (La principessa de Bouillon); Carlo Striuli (Il principe de Bouillon), Luca Casalin (L'abate di Chazeuil); ed ancora Alessandro Corbelli ed Alberto Mastromarino (Michonnet), Paolo Orecchia (Quinault), Stefano Consolini (Poisson), Elena Borin (Mad.lle Jouvenot), Milena Josipovic e Giovanna Lanza (Mad.lle Dangeville).
Torna al Teatro di San Carlo l'amato direttore Daniel Oren
Oltre all'atteso ritorno di "Adriana Lecouvreur" tornerà a salire sul podio del Massimo napoletano anche Daniel Oren dopo il grande successo di "Un'estate da re", che lo ha visto dirigere Coro e Orchestra del Lirico di Napoli in "Nabucco" di Giuseppe Verdi alla Reggia di Caserta. Un Daniel Oren che è stato molto vicino a rientrare a Napoli in pompa magna, attraverso le porte della direzione musicale che poi si sono schiuse al cospetto di Juraj Valčuha e Zubin Mehta. Torna tuttavia a dirigere i complessi sancarliani con cui ha un’intesa di lunga data: un legame consolidato quello tra Daniel Oren ed il Teatro di San Carlo dove il maestro israeliano ha esordito nel 1980 e dove ha regalato esecuzioni memorabili. Basti pensare alla prima opera diretta al San Carlo "Tosca" di Giacomo Puccini nel 1982 con Raina Kabaivanska, che ha guidato in seguito ne "La vedova allegra" e nel "Falstaff" del 1985, in "Manon" di Massenet nel 1990, "Adriana Lecouvreur" nel 1992 e nuovamente in "Tosca" nel 1996. In quest'ultimo allestimento venne scritturato anche Luciano Pavarotti, con cui Oren ha portato in scena "Un ballo in maschera" di Giuseppe Verdi (1994) e "La messa da Requiem" nel 1996 (al Palasport di via Argine). E ancora, il "Don Carlos" del 1984 (con Renato Bruson e Ghena Dimitrova), il "Nabucco" del 1991, "Otello" e "La Forza del destino" del 1992, "Carmen" per la regia di Pappi Corsicato (2000), "La Bohéme" con la regia di Franco Zeffirelli (1996), "Lucia di Lammermoor" (1993) ed "Aida" (1998).