Dal padre di Kafka ad Ulisse: i papà più famosi della letteratura
In occasione della Festa del Papà è impossibile non ritornare sulle pagine della grande letteratura che, meglio di qualsiasi altra arte, ha descritto l’affascinante e non facile rapporto fra padri e figli. Nel corso della storia questo rapporto si è inevitabilmente evoluto: dall’epica di Ulisse fino alla disillusione di Kafka, i padri della letteratura sono numerosissimi e diversi fra loro.
John Smith, il misterioso “Papà Gambalunga”
Il romanzo, reso famoso negli anni Cinquanta dalla memorabile interpretazione di Fred Astaire, venne scritto da Jean Webster nel 1912. Si tratta di una storia molto particolare, che racconta di un rapporto inusuale fra una figlia e un padre che in realtà si rivelerà essere ben diverso dalle aspettative. Jerusha è orfana e, compiuti diciotto anni, la ragazza sta per rassegnarsi al suo destino: diventare istitutrice nell’orfanotrofio dove è cresciuta. Ma un misterioso benefattore, che lei chiamerà “Papà Gambalunga”, cambia per sempre la sua vita: il misterioso rapporto che lega i due verrà svelato solo nell’ultima pagina di questo affascinante romanzo.
I Kafka: un rapporto impossibile
Un intreccio complesso di paura, venerazione, stima e disprezzo, quello tratteggiato in uno dei testi più famosi sul rapporto di un figlio con il proprio papà: “Lettera al padre” di Franz Kafka resta ancora oggi un testo emozionante, duro da approcciare quasi quanto lo sono le parole dell’autore per il genitore. Parole che tornano indietro ai primi anni, quando le punizioni per la ricerca d’affetto erano inspiegabili e la voglia di compiacere quel padre era fonte di dolore per il giovane Kafka.
È vero che noi lottiamo l’uno contro l’altro, ma ci sono due modi di lottare. C’è il combattimento cavalleresco, in cui si misurano le forze di due avversari autonomi, ciascuno rimane per sé, perde per sé. E c’è la lotta dell’insetto che non soltanto punge, ma, per conservare la vita, succhia anche il sangue. Costui è il vero soldato di professione, e questi sei tu.
Ulisse, il padre assente
Il personaggio di Ulisse è senz’altro uno dei più complessi della storia della letteratura, ma il suo profilo si chiarisce in modo netto quando egli viene messo a confronto con suo figlio Telemaco. Secondo una delle versioni del mito, Telemaco (“colui che combatte lontano dal padre”) sarebbe nato il giorno esatto in cui Ulisse salpa per Troia, costretto ad aspettare ben vent’anni prima di poterlo rivedere: l’ultimo a conoscerlo, il primo a riconoscerlo quando Ulisse torna ad Itaca vestito da mendicante. Un rapporto, quello fra Ulisse e Telemaco, fra un padre e suo figlio, degno dei grandi romanzi epici.
Il Signor Bennett, padre irriverente
Simpatico, impertinente e perennemente alle prese con i “nervi deboli” di sua moglie, il signor Bennett rivela tutta la sua natura di padre affettuoso con sua figlia Elizabeth, protagonista del romanzo “Orgoglio e Pregiudizio”. Un padre che non fa mistero della preferenza nei confronti della figlia più intelligente e, in fondo, più simile a lui delle altre. Un uomo tranquillo, quasi estraneo ai quotidiani rituali famigliari di ricerca disperata di dote che rendono le donne della sua casa civettuole e indecorose, ma allo stesso tempo sempre presente nel suo ruolo di capo famiglia.