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Da Abramovic a Yoko Ono, le icone della Body art femminile in una grande rassegna a Merano

Si tratta di “Gestures. Women in action”, una mostra al femminile che omaggia icone degli anni ’60 e ’70 da Yoko Ono a Marina Abramovic, da Valie Export a Silvia Camporesi e Odinea Pamici. Sarà fruibile a partire dal 6 febbraio fino al 10 aprile negli spazi espositivi di Merano Art.
A cura di Silvia Buffo
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Yoko Ono e John Lennon
Yoko Ono e John Lennon durante il bed-in di Amsterdam, dal 25 a 31 marzo 1969.

A Merano Art, negli spazi dell'Edificio Cassa di Risparmio, saranno esposte circa 40 opere trattanti la tematica del corpo femminile, come mezzo espressivo di protesta e anticonformismo tipico del decennio '60-'70. Fotografie, video, oggetti e collage, armoniosamente uniti nell'esposizione a cura di Valerio Dehò, con l'obiettivo di rintracciare il tratto più significativo della Body Art. Fra le protagoniste figurano personalità dal calibro di Yoko Ono, Marina Abramovic, Valie Export, Yayoi Kusama, Ana Mendieta, Gina Pane, Carolee Schneemann, Charlotte Moorman, Orlan. Oltre alle icone storiche la mostra si estende fino alla produzione più recente di incisivi nomi femminile dell'ambito della Body Art, per citarne alcuni Sophie Calle, Jeanne Dunning, Regina José Galindo, Shirin Neshat, Silvia Camporesi e Odinea Pamici.

La mostra di Merano Art documenta un iter artistico sfaccettato e tortuoso che ha incisivamente cambiato il destino dell'arte contemporanea. Alcune di queste opere rientrano per pura casualità in questo percorso, sono state realizzate all'epoca senza una finalità precisa con un approccio libero che contribuisce a smorzare la distanza tra artista e pubblico, abbattendo anche i confini tra teatro e spettacolo, come solo la Body Art sa fare, divenendo un'affascinante ed efficace forma di comunicazione sociale.

Yoko Ono è pionier di questa corrente, immortalata nelle fotografie di ‘Cut piece' del1965, ancora nell'indimenticabile ‘Bed In', al fianco di John Lennon a cui partecipò dal martedì 25 al lunedì 31 marzo del 1969.

Un ritratto di Marina Abramovic
Un ritratto di Marina Abramovic.

Segue poi un'altra regina indiscussa, Marina Abramovic, ricordata per l'estremismo delle sue performance estreme, forzando i limiti della sopportazione corporea e sfruttando la concentrazione e le virtù della mente. Tra le celebri performance ‘Imponderabilia' del 1977, realizzata con il suo compagno, l'artista Ulay, ‘Blood sign' del 1972 dell'artista cubana Ana Mendieta, in cui è immersa fra elementi naturali. Ed ancora la celebre performance di successo ‘Balkan Baroque', con cui l'artista ha ottenuto il Leone d'oro alla Biennale di Venezia del '97, quando passo molte ore al giorno fra femori di manzo, canticchiando motivi serbi e raschiando i rimasugli di carne.

L'artista austriaca Valie Export è al centro per un'opera di forte impronta femminista contro la sofferenza psichica e fisica subita dalle donne, mentre sul corpo, sulla sessualità e sui generi spicca l'americana Carolee Schneemann, presente con la serie fotografica della performance ‘Ice naked skating' del 1972 e ‘Eye Body' del 1963.

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