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Crisi libri e coronavirus, un editore su dieci chiuderà entro il 2020

L’Osservatorio sull’impatto Covid-19 dell’Associazione Italiana Editori rivela una situazione drammatica per la piccola e media editoria italiana: “Una casa editrice su dieci sta valutando la chiusura entro il 2020. Notizia drammatica non solo per l’economia, ma anche per il pluralismo nel nostro Paese”.
A cura di Redazione Cultura
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Una casa editrice su dieci, tra la piccola e media editoria italiana, potrebbe chiudere entro l'anno. È quanto emerge dall'Osservatorio sull’impatto Covid-19 dell’Associazione Italiana Editori (AIE) con i dati raccolti dal 19 al 23 aprile e che, in questa uscita, è dedicata all’editoria medio-piccola. La crisi sanitaria Covid-19 sta rischiando di decimare la piccola e media editoria italiana. Quasi un editore su dieci (il 9%), rivela l'AIE, sta valutando la chiusura già quest’anno. Un altro 21% la considera probabile. Ricardo Franco Levi, presidente di AIE, ha dichiarato in una nota:

Questa emergenza avrà impatti rilevanti non solo sull’occupazione, essendo le piccole medie case editrici una parte rilevante del mondo del libro ma anche sul pluralismo nel nostro Paese. Quale che ne sia il volume delle vendite, la perdita di una voce costituisce sempre un impoverimento dell’offerta culturale, una ferita alla democrazia. Il governo e il parlamento devono fare tutto il possibile perché questo non accada.

Il calo del fatturato del settore è molto pesante: il 72% dei piccoli e medi editori stima una perdita a marzo superiore al 30%, il 56% superiore al 50%, il 29% superiore al 70%. Il crollo delle vendite nelle librerie (chiuse al pubblico) e nella Grande distribuzione organizzata (Gdo) è stato controbilanciato parzialmente dalle vendite di ebook e negli store digitali. Solo il 14% degli editori indicano un aumento nella vendita di ebook superiore al 40%; le vendite negli store online sono cresciute di oltre il 40% solo per il 2% degli editori e quelli sul sito della casa editrice di oltre il 40% solo per il 16%. Continua la nota stampa dell'AIE:

La crisi già adesso ha un impatto molto grave sugli occupati: il 35% degli editori ha chiesto ai dipendenti di smaltire le ferie non godute, il 34% ha messo alcuni dipendenti in cassa integrazione, il 31% tutti. Motori quasi spenti, insomma, in attesa di una ripartenza su cui pochi sono ottimisti: solo il 2% dei piccoli e medi editori ritiene che quest’anno manterrà il fatturato del 2019 grazie a un recupero nella seconda parte dell’anno. Il 57% scommette nel 2021, il 33% non prima del 2022 e l’8% ancora più in là.

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