Cosa leggono i latitanti nei loro covi? Letture segrete e libri prediletti dai boss
Con Gomorra, il libro di Robrto Saviano e le sue rivisitazioni cinematografiche siamo entrati a far parte di una dimensione che prima non conoscevamo così nell'intimo. Una nuova letteratura di Mafia, un nuovo modo di raccontarla, un universo di simboli da decodificare, per conoscere le logiche locali, antropologiche ed etiche del mondo oscuro dei boss. Una curiosità avvincente che ci spinge, attraverso un'indagine accurata delle personalità e dei profili psicologi, fino ad interrogarci sulle abitudini, sul quotidiano di questi personaggi.
Indagare per comprendere oltre gli stereotipi
Indagare nel mare delle sfumature e dei dettagli per comprendere da dove attinga tutto quell'universo di valori su cui si erige un'organizzazione ineradicabile come la Mafia, quella, se vogliamo, che Peppino impastato denominava ‘una montagna di merda' e che prima d'ora avevamo conosciuto col sapore della cronaca e attraverso eventi giuridici come il Maxiprocesso, e sì, possiamo dirlo anche attraverso un cinema mediocre pieno di luoghi comuni e stereotipi banali.
Simboli, letture e talismani prediletti dai boss
Roberto Saviano ci ha invece educato ad un'analisi realistica, esaustiva piena di dettagli, un'impronta che ci portiamo dietro e a scavare in questi mondi, oltre a venir fuori dettagli raccapriccianti, emergono tutta una serie di paradossi e contraddizioni, come quelli che si riscontrano nel panorama delle letture predilette dai boss. Cosa leggevano i latitanti nei loro covi? Quali pagine riempivano giornate vuote e fitte di pensieri, in quei bunker angusti dove si nascondevano i veri numeri 1 camorristi e mafiosi?
Testi sacri e religiosi
In questo intricato percorso vien fuori uno scenario ai limiti dell'incredibile, come il materiale trovato nel bunker alla periferia di Casal di Principe nel casertano, dove all'interno vi sono libri religiosi e foto di papa Wojtyla, al fianco di oggetti di ispirazione cattolica, come statuette e santini. Una devozione, una fede, un cercare protezione nella sacralità di un ordine superiore, a cui emotivamente si affidano le proprie scelte di vita, per auto-legittimarsi e, come è tipico di un atteggiamento spirituale comune, andare alla ricerca di una forza superiore per continuare ad agire nell'incertezza della vita terrena. Ma non sono vite qualunque, sono vite cruente e sanguinarie che si nutrono anche di religiosità, di riti sacri e di simboli, come ci testimonia la costruzione del celebre personaggio di Salvatore Conte in Gomorra, diviso fra lo ‘speen et l'ideal' del binomio a contrasto di sangue e sacralità. E a sua volta l'icona della foto di Papa Giovanni nel bunker di Casal di Principe, forse rifugio di personaggi come Antonio Iovine o Michele Zagaria, diviene anch'essa e ancora una volta metafora del paradosso.
"I boss cercano di capire cosa si scrive su di loro"
Queste le parole di Roberto Saviano che aggiunge:
Mi chiamano a tarda notte e mi avvertono: hanno trovato ZeroZeroZero, il tuo libro, nel covo del Chapo. Non ci credo. Mi inviano il video girato dai marines messicani e lo vedo: ZeroZeroZero sul letto del Chapo. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, quando trovarono Gomorra nel covo di Michele Zagaria, boss del casalesi…
Infatti accanto ai testi sacri le altre letture preferite dai latitanti sono quelle dedicate alle loro biografie "El Chapo" Guzman, il narcotrafficante arrestato l'8 gennaio dalle forze di sicurezza messicane prima di essere scovato aveva letto proprio l'ultimo libro di Saviano. A testimoniarlo è il video, trasmesso online dal quotidiano messicano "El Universal", che sarebbe stato girato il 6 ottobre scorso in uno dei bunker di El Chapo: fra i libri presenti in stanza spiccava la copia "Zero Zero Zero" .
La "Balilatitanza" in spiaggia con occhiali da sole, costume e libro di Dan Brown
Così per mete esotiche, il capomafia Antonino Vitale Messicati, reggente della cosca di Villabate nel Palermitano, è stato colto in Indonesia dove per i suoi 40 anni in un locale chiede la musica de "Il padrino" e alla fine dell'esecuzione, si congratula entusiasta con il musicista: «Bravissimo», esclama con voce fuoricampo Messicati, come si sente a chiare lettere nel video girato dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo. Durante il noto arresto a Bali spiccava fra i suoi oggetti il libro di Dan Brown, autore di bestseller come "Crypto", "Angeli e demoni", "La verità del ghiaccio", "Il simbolo perduto", "Inferno", e la sua opera più celebre Il codice da Vinci". La scelta di uno di questi libri per un capomafia non appare casuale. Ancora una volta la sfumatura allegorica è molto forte, si carica di una sorta di misticismo da cui si leva, in tutta la sua essenza controversa, l'aura ombrosa del personaggio.