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Concetta Barra, la “procidana” che riscoprì la canzone napoletana antica

Figlia del guardiano del carcere di Procida, Concetta Barra iniziò la sua carriera di cantante durante la seconda guerra mondiale. Dopo il matrimonio da cui nacquero Peppe e Gabriele, tornò in scena nel 1970 con un repertorio basato sulla riscoperta della canzone napoletana antica. Grazie al sodalizio intrapreso con il maestro Roberto De Simone, una delle più famose e apprezzate cantanti napoletane. Giovedì 24 maggio a Napoli un evento la celebra.
A cura di Redazione Cultura
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Figlia del guardiano del carcere di Procida, il messinese Antonino Grasso e della procidana Michela Di Giovanni, per tutti Concetta, iniziò la sua carriera di cantante nemmeno ventenne, durante la seconda guerra mondiale. Insieme alle sorelle Nella e Maria, fondò la compagnia "Vittoria", facendosi conoscere nel mondo artistico partenopeo e nazionale e lavorando, successivamente, con compagnie di artisti prestigiosi come Totò, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi. Alla fine della guerra sposò Giulio Barra, artista di teatro e varietà, dal matrimonio nacquero Peppe e Gabriele e ciò costrinse Concetta a ritirarsi dalla sua attività, sino al 1970, anno in cui tornò sulle scene con un nuovo repertorio basato sulla riscoperta della canzone napoletana antica. Divenne così, anche grazie al sodalizio intrapreso con il maestro Roberto De Simone, una delle più famose e apprezzate cantanti napoletane.

Oggi la città di Napoli torna ad omaggiare una delle sue più grandi espressioni culturali. Con una serata tutta dedicata a Concetta Barra. Alla Domus Ars di Napoli, giovedì 24 maggio alle ore 21, infatti, sarà presentata, “La Procidana”, un omaggio ad un’artista verace, istintiva, passionale. Le voci di Lalla Esposito e Maria Marone, accompagnate dalla chitarra di Edoardo Puccini e dal mandolino e mandola di Marcello Smigliante Gentile, raccontano,con l’ausilio della musica, pezzi di vita di Concetta Barra tratti dal libro di Lamberto Lambertini, “Sono nata a Procida – memoria impossibile di Concetta Barra” (Colonnese editore).

Tante anche le canzoni che fecero grande Concetta, da “O’ carro de ‘mpechere” a “Nonna nunnarella”, da “Nascette miez ‘o mare” a “Il canto dei Filangieri”. Le parole, in questo spettacolo, si mescolano alla canzone componendo il ritratto di un’artista mai dimenticata dal pubblico. “La decisione di parlare di Concetta Barra è nata dall'ammirazione che da sempre ho per lei e dalla voglia di far trasparire, attraverso la sua vita di donna e cantante, la sua straordinaria anima semplice. Concetta riusciva a darsi sul palcoscenico con la sana semplicità che non vuole fronzoli o sovrastrutture, senza nascondersi dietro a impalcature fatte di protocolli e veli strategici per apparire ciò che non era. Era una donna piena di talento. Riusciva ad arrivare a tutti con prepotente calore così com'era. Concetta metteva dinanzi a tutto l'arte e si sentiva suo strumento. Mai egoista nel darsi al pubblico. Mai "prima se stessa" a discapito del fluire delle emozioni che dovevano correre a beneficio della musica o del verso recitato. Un'artista vera che non aveva bisogno di intolettare il suo apparire per arrivare al cuore di tutti. "La Procidana" vuole far emergere questa Concetta che con seria dedizione e autentico cuore ha saputo donare al panorama della canzone napoletana un'elegante e autentica figura di artista completa”, spiega la cantante Maria Marone.

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