Come sono cambiati i rapporti tra Tiziano Ferro e Mara Maionchi e cosa ha detto nell’intervista a Belve
Nell'ultima puntata di Belve, la trasmissione condotta da Francesca Fagnani su Rai 2, ha avuto come ospite anche Mara Maionchi. La donna ha ricordato alcuni dei talenti che le hanno permesso di essere una talent scout di riferimento nel mondo della musica, insieme a suo marito Alberto Salerno. L'uomo è stato un autore di brani come Io Vagabondo dei Nomadi, ma anche Avevo un cuore di Mino Reitano e Terra Promessa di Eros Ramazzotti. Alla domanda della giornalista su quale cantante non avesse capito la fortuna di averla incontrata, Maionchi ha risposto: "Tiziano Ferro perché non ha pensato che sia io che mio marito l’abbiamo aiutato ad essere quello che alla fine, in parte, è. Ma questo non è importante, non è mica d'obbligo avere della riconoscenza". Ma come si sono conosciuti Mara Maionchi e Tiziano Ferro?
Il primo incontro a un concorso all'Accademia di Sanremo
Più volte, sia Mara Maionchi, sia Tiziano Ferro hanno voluto ricordare il loro primo incontro. La talent scout ha sottolineato come avesse visto per la prima volta Tiziano Ferro in un concorso tenutosi all'Accademia di Sanremo: "Aveva una timbrica di una bellezza fondamentale, aveva qualcosa di particolare. Lo rincorremmo e firmammo un contratto di produzione". Le parole, rilasciate in un'intervista al Corriere della Sera, mostrano solo un piccolo stralcio del grande lavoro condotto nei successivi tre anni, dal 1997 al 2000, da parte sia di Ferro che di Maionchi. Negli anni, la produttrice ha sottolineato come all'epoca, Ferro avesse delle lacune nella scrittura pop, e che avesse tratto grande ispirazione da Alberto Salerno e dalle sue capacità di paroliere. Quei 3 anni, anche nei racconti dei due protagonisti, sembrano ricchi di episodi particolari, come quello avvenuto in una delle trasferte del cantante a Como, nell'abitazione di Maionchi e Salerno.
La figura materna di Mara Maionchi per Tiziano Ferro
Il giovane autore infatti, che fino ad allora, aveva collaborato con i Sottotono come corista durante i loro tour, ha raccontato della grande fatica di quegl'anni, ma anche del fare materno di Maionchi. Nell'intervista del 2014 al Corriere della Sera per l'uscita della prima raccolta Tzn – The Best of Tiziano Ferro, l'autore rivelò: "A 20 anni, quando ero sotto contratto con loro, andavo a Como e prendevo 100 treni per arrivare da Latina. Tutto per fargli ascoltare i miei demo, registrati nella mia cameretta. A volte c’era il tripudio per una canzone come Rosso relativo, a volte un dramma quando portavo canzoni che non piacevano. Mara è un po’ più materna, Salerno era distruttivo (ride n.d.r). Una volta avevo una tonsillite imperante, la febbre a 41 e non riuscì a tornare a Latina. Mara mi mise nel lettino e stava lì che mi portava le medicine. Lì ero lontano dal firmare un contratto in major, all'epoca diventavi un figlioccio dei tuoi produttori".
Il racconto ritorna anche nelle parole di Maionchi che più volte ha rivelato i no a Ferro per tre anni, anche con il cambio del team intorno. Proprio sul team musicale da affiancare a Ferro, ci restituisce una testimonianza Michele Canova, nell'intervista a F.Q Magazine: "Con Tiziano avevano già provato con un team di produzione toscano e con uno veneto senza cavarne fuori nulla. Io ero il terzo tentativo. Provo a lavorarci sopra io, allora. Portano tutto a Fabrizio Giannini, che allora era in Warner ma si sapeva già che sarebbe andato in EMI, e lui impazzisce. Il genio fu Tiziano. Lui era super appassionato dell’r&b contemporaneo di quei tempi, io invece non lo cagavo quel genere lì. Zero. Mi faceva schifo, o così credevo. Questo perché ero ignorante: avevo in mente un altro r&b che comunque girava ancora a quei tempi, quello cioè tutto suonato, con un sacco di virtuosismi di maniera. Mentre invece non avevo idea dell’esistenza di R. Kelly“.
Lo stesso Giannini, che solo qualche anno più tardi, nel 2007, diventò il suo manager, una figura che ha ricoperto fino al 2024, quando con un accordo comune, hanno deciso di lasciarsi. Maionchi non è tornata molte volte sui motivi dell'addio di Tiziano Ferro, sottolineando non solo nell'intervista a Belve, la distanza ma anche il relativo affetto tra i due. In aiuto ci arriva l'intervista nel 2022 di Gianluca Gazzoli, nel format Basement, al volto televisivo, in cui ha raccontato anche i tempi dell'addio tra Maionchi e Ferro: "Abbiamo fatto i primi tre dischi. Devo dire che il primo e il secondo sono in assoluto quelli che ho trovato più rivoluzionari. Dopo il terzo disco mi sono sentita meno in linea con lui che è diventato un po' più tradizionale". Alla domanda sul rapporto con Ferro, Maionchi sottolinea come il cantante sia stato una porta di accesso anche alla sua carriera da talent scout: "Sono molto riconoscente, mi ha fatto fare un grande successo che mi è servito per darmi un po' di coraggio. Poi però ho capito che il (suo) futuro non era più per me".
Alla fine dell'intervista a Belve, Tiziano Ferro ha risposto, amareggiato, a Maionchi, sottolineando come più e più volte, nelle dichiarazioni pubbliche, interviste e anche nei booklet dei suoi album, abbia ringraziato e reso merito a Maionchi e Salerno: "Ti sono sempre stato grato, te l'ho dimostrato un milione di volte durante un milione di occasioni quindi mi chiedo: perché questo? Perché adesso? Ci siamo incontrati tantissime volte: studi televisivi, concerti, camerini e ogni volta ci siamo abbracciati e abbiamo riso dei bei tempi andati – ha scritto il cantante sui social -. Se davvero era questo ciò che pensavi, perché non me l'hai mai detto durante una di queste occasioni? Ti avrei tranquillizzata, mi sarei scusato e ti avrei ringraziata ancora, come sempre e senza problema".