Come si scelgono i cantanti Big per il Festival di Sanremo: i rapporti tra case discografiche e direttori artistici

Ogni volta che si avvicina dicembre e la comunicazione da parte del direttore artistico dei nomi dei cantanti Big che parteciperanno al Festival di Sanremo cominciano a girare dietrologie su complotti, intese sottobanco e chissà quali meccanismi per la scelta degli artisti. Abbiamo chiesto al direttore di Island, etichetta musicale leader in Italia di raccontarci come funziona la scelta e il rapporto tra direttori artistici, etichette e cantanti. Insomma, non c'è bisogno di complottismi o anche solo l'idea del "mandare la canzone" per capire che i rapporti tra chi decide i Big e chi li cura ogni anno siano stretti, talvolta strettissimi, è normale, fa parte dle gioco: se hai nomi forti te li giochi, se hai giovani di belle speranze te li giochi, se hai scommesse te le giochi. È quello che ha spiegato a Fanpage Federico Cirillo, label manager di Island, appunto, che il festival lo ha vinto con Mahmood e Soldi e lo ha "distrutto" con Lazza e la sua Cenere.
Come si presentano le canzoni al Festival di Sanremo
Insomma, quali sono i criteri perché una canzone possa essere scelta? E quali i rapporti tra etichette e Festival? Cirillo spiega a Fanpage.it: "Tutto parte dalla presentazione degli artisti, dal far capire al direttore artistico quello che stai cercando di proporre, il valore dell'artista che stai proponendo e soprattutto cosa dice il mercato in questo momento rispetto a quello che magari loro conoscono. Noi facciamo proprio dell'unicità il nostro tratto distintivo, cioè se qualcosa è troppo uniforme a quello che viene già proposto, forse è la strada sbagliata". Insomma, l'etichetta fa il proprio lavoro e punta su alcuni artisti, cercando di spiegare il progetto al direttore artistico del momento.
Quando si comincia a proporre i cantanti a Sanremo

Ma quando si comincia a lavorare per portare gli artisti sul palco dell'Ariston? "Si inizia, solitamente, l'estate prima – continua Cirillo -, tra giugno e luglio incontriamo il direttore artistico e facciamo ascoltare le proposte che abbiamo in testa. Ogni direttore artistico ha dei desiderata che magari non combaciano con quella che è la progettualità di artista, management e discografica. I desiderata del direttore artistico sono spesso dettati dalle esperienze pregresse ‘L'ho avuto tanti Sanremo fa, mi piacerebbe riaverlo'. Poi più si va avanti, più fai ascoltare proposte, più spieghi qual è la concreta progettualità dell'artista e più provi a convincere il direttore artistico a sposare un progetto: c'è da dire che rimani sempre col cerino in mano fino all'ultimo giorno". Insomma, come quando Amadeus ascoltò Bon Ton, la canzone in collaborazione tra Lazza Blanco e Sfera con Drillionaire e chiese i tre al festival, una richiesta che non si concretizzò.
Quando i cantanti scoprono di essere tra i Big del Festival
C'è un'altra questione, poi, sempre sul tavolo a partire da ottobre/novembre, ovvero gli spoiler dei Big. I media, infatti, ma non solo, cercano di indovinare quali artisti potrebbero salire sul palco: lo si fa in base alle proprie fonti ma anche studiando cose come concerti, tour e uscite album, eppure Cirillo racconta che anche loro aspettano il verdetto davanti alla tv, sentendosi più sicuri su certi nomi, ovviamente, rispetto ad altri: "Da fuori tutto questo viene percepito come un grande schema che noi riusciamo a definire molto prima, ma non è vero. Ti racconto questo aneddoto: a dicembre scorso con tutto il team di Island ci siamo fatti una videocall di gruppo di domenica, mentre ero a pranzo dei miei genitori, per aspettare la lista definitiva dei nomi. Questo avveniva anche con Amadeus. Poi è ovvio che ci sono dei nomi sui quali ti senti più sicuro perché, lo dico fuori dai denti, dovresti essere un folle, secondo me, per non prendere alcuni nomi giganti della musica italiana. Soprattutto se ci sono dei buoni brani proposti. Poi le sorprese possono sempre capitare. La verità è che i direttori artistici non si espongono mai".
E il direttore di Island continua raccontando che è normale che se si propongono nomi importanti, con belle canzoni, sarebbe follia non prenderli in considerazione. Cirillo fa un anche due esempi che non hanno a che fare con la propria etichetta, ovvero Giorgia e Mengoni: "Se un giornalista viene a sapere che un discografico o un manager ha presentato Giorgia, Elodie, Lazza, Mengoni in mezzo ad altri nomi magari emergenti dà per scontato che quei nomi BIG vengano presi. Giorgia o Mengoni non sono nostri artisti però è per farti un esempio di artisti che con una bella canzone, se fossi il direttore artistico, dovresti prendere per forza".