Come Rkomi ha conquistato i social scherzando sulla pronuncia in corsivo e la gag con la logopedista

A volte l'ironia e l'autoironia possono cambiare il risultato di una competizione importante come Sanremo e a insegnarcelo sono Rkomi e il suo accento. La sottile linea di una vittoria in una competizione musicale, di fatto annuale, non può sicuramente cambiare la carriera di un cantante, ma sicuramente influenzarla. Rkomi, per esempio, sembra aver attraversato, uscendone illeso, un Festival molto difficile, il suo secondo dopo l'esordio nel 2022. A pesare su di lui il cambio di prospettiva, rispetto all'esordio: ricordiamo che Rkomi arrivò da favorito nella prima edizione, dopo il clamoroso successo di Taxi Driver nel 2021. Diventando l'album più venduto dell'anno, e successivamente dei primi sei mesi del 2022, prima dell'exploit di Sirio di Lazza, Rkomi presentò la sua Insuperabile che arrivò 17esima, passando quasi inosservata. Dopo 3 anni, cambiano le condizioni, anche le pubblicazioni (il suo ultimo progetto rimane il joint album No Stress con Irama), ma soprattutto la natura del brano: Il ritmo delle cose accarezza il passato da rapper dell'autore di Calvairate, nella scrittura, abbandonandosi anche a un ritornello meno intuibile al primo ascolto.
Una scelta consapevole per il cantante, che già nelle settimane precedenti al Festival aveva presentato il brano così: "Mi sono lasciato andare a un flusso di coscienza alla mia vecchia maniera, buttando giù pensieri e immagini. Racconta il caos delle relazioni e nel ritornello provo a dipingere questo momento storico e l’attaccamento all’isolamento dettato dal digitale". Poi l'arrivo di Sanremo 2025, le critiche per "il corsivo" utilizzato in alcuni parti del brano, come in "è un violento decrescendo": non si sono fermati lì i giudizi, con Rkomi che ha dovuto affrontare anche alcune visioni nel Dopo Festival, in cui si sottolineava la bontà del brano, meno della sua voce. Un commento che ha accompagnato l'autore per tutta la settimana, incassato con schiva timidezza e con la sicurezza di voler riportare sul palco la sua musica, il suo pensiero.
Ci sono molti esempi di chi, nel recente passato, anche grazie a una forte autoironia, ha ribaltato completamente il risultato del Festival di Sanremo 2025. Per esempio Tananai dopo l'ultimo posto di Sanremo 2022 con Sesso Occasionale, ma anche Olly che dopo il 24° posto di Polvere, solo una settimana fa, è diventato il vincitore di Sanremo 2025 con Balorda Nostalgia. Personalità che sembrano molto distanti da Rkomi e che, invece, il cantante potrebbe aver utilizzato come modello in risposta a ciò che è avvenuto a Sanremo. Per esempio, Il ritmo delle cose è tra le canzoni più ascoltate del Festival, con oltre 9 milioni di stream su Spotify. Ma soprattutto, il brano, anche grazie al "meme del corsivo", sta diventando sempre più virale su TikTok: un segnale di quanto sia rimasta almeno nell'immaginario del pubblico del Festival.
Ribaltando la narrazione che lo vedeva vittima di tutto questo caos mediatico, Rkomi ha invece cavalcato l'onda, pubblicando solo poche ore fa un video in collaborazione con Angelica Massera, creator descritta come "La logopedista dei cantanti": la gag tra i due, in videochiamata, sembra proprio la scelta, in termini di comunicazione, giusta. Ed appare già dai primi commenti, anche sotto il post: "Tu genia come sempre, lui adorabile nell’essersi messo in gioco" o "Grandissima tu e anche Mirko, che bella l'autoironia!". Una settimana prima, compariva tra i post su Instagram una maglietta con sopra le istruzioni degli accenti per cantare il suo brano.
Un messaggio che si lega ancora di più al suo ultimo post su Instagram, post-Sanremo: "Quest’anno penso di aver fatto un passo in più e di essermi tolto uno strato di pelle ancora più difficile da mostrare. Questo mondo ci vuole sempre sicuri di noi, chiari, definiti. A me va bene essere indefinito invece, perdermi, assecondare il principio del caos. Forse non si capisce bene cosa dico, ma il mio lavoro è scomporre anche il linguaggio, spezzare le parole e mettere in crisi il fatto di poter essere compreso da qualcuno per toccare quella solitudine in cui cerchi almeno di capire chi sei tu".
Sembra esser caduta un po' di polvere dal cappotto di Rkomi: un atto di riscoperta che sembra tradurre anche in una versione più umana la sua immagine. E più di tutto, il suo ritorno musicale, abbandonandosi forse di più al passato, a ciò che l'aveva posto tra i migliori liricisti italiani. Se la voce è uno strumento identificativo, siamo sicuri che quella di Rkomi sarà tra le più ricordate dell'ultimo Festival, lasciando i numeri e i posizionamenti come oggetti ornamentali.