“Come farò a stare senza baci?” È di Franco Marcoaldi la poesia da leggere per San Valentino
Tra i tanti, infiniti versi che potrebbero essere letti all'amato o all'amata nel giorno di San Valentino, scelta migliore non potrebbe farsi, senza incappare nell'idea di scontata di un grande classico – che, per carità, val sempre la pena leggere – leggendo una delle cento poesie di Franco Marcoaldi, di recente in libreria con La Nave di Teseo con il suo "Amore non amore". Una raccolta di componimenti, quella del poeta e scrittore che ha eletto Orbetello a sua dimora, alcuni già noti e in gran parte inediti che ci raccontano l'amore sorprendente, che ci fa trovare smarriti davanti alla vita.
All'amore, nel giorno di San Valentino, Marcoaldi dedica la sua nuova raccolta, che arriva in libreria proprio nel giorno di San Valentino. E il poeta, che ha portato più volte la poesia in teatro, non poteva che festeggiare questo libro – in cui riprende il filo di un suo fortunato canzoniere di vent'anni fa – portando in scena alcuni brani con Peppe Servillo, in un continuo rimando tra parole e musica.
Autore di diverse raccolte poetiche, da "A mosca cieca" fino a "Tutto qui" del 2017, Marcoaldi ci mostra come la potenza della letteratura sia la sua capacità di richiamare gli aspetti primigeni della nostra esistenza, che spesso dimentichiamo, come la forza dell'amore. Ma qual è, tra le cento poesie di "Amore non amore" che ci sentiamo di consigliare nel giorno di San Valentino? Uno dei componimenti già noti del poeta e saggista, forse uno dei più belli: "Come farò a stare senza baci?"
Come farò a stare senza baci?
Senza poterti dire di continuo
che mi piaci? Cosa farò
quando le rose si spampaneranno
e nell'inganno di un lugubre
silenzio si consumerà la sera?
Dimmelo se lo sai. Invocherò
madama primavera?
Mi attarderò tra inutili
contorcimenti della mente?
Che mi rinfaccerà per certo
d'essere stato uno stupido imprudente?
Oppure sceglierò la strada
scivolosa dell'illanguidamento?
Del tormento compiaciuto?
Del muto sfrigolìo del cuore
abbandonato alla corrente
di trascorse, trasognate ore?
Come farò, a stare senza baci?
Ucciderò il futuro. Invocherò
quell'unico presente: ora ti bacio
bacio bacio. Sempre ti bacio.
Anche quando è evidente –
che non bacio niente.