Clochard morto davanti al MANN, il direttore Giulierini scrive:”L’agenda del museo dovrà cambiare”
"Il MANN avrà un ruolo più sociale" è la dichiarazione del direttore dell'istituto Paolo Giulierini dopo il ritrovamento del corpo di Raffaele, il senzatetto morto di fronte al Museo Archeologico di Napoli domenica 4 Novembre. In una lettera a Repubblica, il capo dell'istituto museo spiega che il tragico accadimento esige una presa di posizione chiara da parte dell'ente, che non si tira indietro dal farlo. Nella lettera scrive: "L'agenda (del museo) dovrà cambiare" per fare spazio ai più deboli. Continua:"L’ho scritto spesso, perché ne sono fermamente convinto, e ripetuto quindi "a caldo" sui social, in una triste domenica: anche chi rappresenta un istituto culturale deve pensare prima agli uomini e poi al patrimonio, prima all’umanità e poi alla bellezza. Sempre e comunque.
"Mentre il dibattito, riguardo al degrado esasperante della zona intorno al museo, dilaga, le parole del direttore aprono un varco sulla capacità di reagire prontamente di un'istituzione culturale in senso sociale con un progetto:"Vorremmo rilanciare quel programma "Casa Museo" che ci sembrò, sin da subito, un bel sogno da inseguire anche per migliorare le condizioni dei senza tetto che di notte abitano la Galleria Principe di Napoli." Collaborazione con associazioni che si occupino di questioni pratiche per rendere più sopportabile la vita ai senzatetto, progetti volti all'inclusione, ma ancora:"coinvolgendoli progressivamente nelle forme previste dalla legge, in progetti museali. L’ormai mitico giornale di strada "Scarp de’ tenis" è un celebre precedente. Perché non prendere spunto? Tutto questo potrebbe essere "Casa Museo".
Segue una dichiarazione d'impegno perché tragedie di questo tipo non si ripetano:"Se ora tocca a noi cercare di evitare queste tragedie proviamo a farlo con rinnovato impegno, andando a cercare i bambini e le nuove generazioni e facendo loro apprezzare il valore della vita, quella che vale la pena di essere vissuta, impedendo che la disperazione, la depressione e l’impotenza facciano entrare in un tunnel senza luce nel fondo. Possiamo portare tutti una piccola fiammella di salvezza ed aspettare alla fine del tunnel con una mano tesa. Diversamente qualsiasi successo o obiettivo raggiunto sarà caduco." scrive. La lettera si conclude con un triste saluto:"Ciao Raffaele, hai il nome di un angelo, sei volato via troppo in fretta. Proveremo con tutte le nostre forze ad impedire che accada di nuovo."